40 mila incidenti stradali l’anno nell’anello romano

Valentina Parisi

“Uccidono più le automobili a Roma che la mafia o la camorra al Sud”. E’ questo l’amaro commento di Stefano Giannini, segretario aggiunto del Sindacato Unico Lavoratori Polizia Municipale (Sulpm), di fronte ai 40 mila incidenti registrati nel 2007 nell’anello romano.
Cattiva educazione, furbi che sorpassano noncuranti dell’esistenza delle strisce pedonali, ubriachi alla guida. Sono queste le principali cause di incidenti mortali, ma il dito va puntato soprattutto sulle infrastrutture inadeguate che necessitano di miglioramenti strutturali onde prevenire ed evitare ulteriori stragi.
Alla nostra richiesta di analisi e approfondimento per individuare le principali cause di questo terribile bilancio e quali potrebbero essere i primi necessari accorgimenti da introdurre Alessandro Marchetti, segretario generale aggiunto del Sulpm, a così risposto:

D- Perché nella Capitale si registra un così alto numero di incidenti stradali?

R- Partiamo dal presupposto che Roma è una grande città. Ha enormi difficoltà e carenze strutturali. Lo avevamo già denunciato lo scorso anno, rilevando il numero eccessivo di incidenti automobilistici che, dal 2004 al 2006, hanno causato 547 morti nel centro urbano. Già allora avevamo proposto di cominciare a discuterne per trovare delle possibili soluzioni. Ci sembrava necessario avviare una Conferenza congiunta con le istituzioni, ove fosse possibile confrontarsi con gli enti locali, il Comune, la Provincia, la Regione, la Polizia Municipale e Stradale, ma anche con le Associazioni vittime della strada. E’ necessario capire come migliorare le strutture per prevenire, e quindi evitare che avvengano episodi che si concludono con la morte o il ferimento delle persone. 40.000 incidenti stradali l’anno sono un evidente segnale che non si può più tergiversare. Sulla Tangenziale, ad esempio, tra le due carreggiate c’è il vuoto. Più di una volta delle persone sono morte cadendo per 40 metri nel vuoto. Se a protezione ci fosse una rete metallica, come avviene in alcuni punti sulla E45, probabilmente quelle persone non sarebbero morte.

D- La maggior parte degli incidenti stradali è determinata dalla carenza di strutture adeguate?

R- Non proprio. Ci sono varie concause. Per esempio, su Via de Chirico avvengono frequenti incidenti stradali causati dall’alta velocità. Se su questa strada si mettessero degli Autovelox e delle barre orizzontali sull’asfalto per rallentare la corsa, si registrerebbero meno incidenti. Quando parliamo di strutture, intendiamo anche l’adozione di questi semplici accorgimenti. Se si illuminassero bene i passaggi pedonali e le strisce fossero sempre ben dipinte o si installassero dei rallentatori subito prima dei passaggi pedonali, si potrebbero evitare molti incidenti. Questi “piccoli” accorgimenti sono assolutamente necessari. Poi, naturalmente, non si può prevenire l’ubriaco alla guida, ma è possibile fare prevenzione adottando sistemi come gli stand nei punti di ritrovo o distribuendo gratuitamente gli “alcol test”all’uscita delle discoteche più frequentate, come a Trastevere o Testaccio.

D- Crede che la legge dell’ottobre del 2007 sia servita a prevenire almeno in parte gli incidenti stradali?
R- La legge ha modificato la possibilità per tutti i corpi di polizia di controllare mediante l’etilometro. Ma per chi si rifiuta di effettuare il test la sanzione è minima e non comporta sanzioni penali. E’ ovvio che al cittadino con la coscienza non proprio pulita conviene rifiutare il test.
Bisognerebbe abrogare la legge 140 dell’ottobre 2007 che ha modificato il Codice della Strada riducendo le sanzioni per chi guida in stato d’ebbrezza. All’ubriaco conviene rifiutare di sottoporsi all’etilometro, rischiando un’ammenda di 700 euro, piuttosto che finire sotto processo. Viceversa in tali situazioni fare il test dovrebbe essere un obbligo.

D- Secondo lei, più controlli garantirebbero una maggiore sicurezza stradale?

R- Sicuramente migliorerebbe la prevenzione. Ma è anche vero che durante la notte la Polizia Municipale dispone di sole 40 pattuglie fornite di etilometro utilizzabile solo dopo che è avvenuto l’incidente stradale. Ma per andare a buon fine l’intervento va fatto prima, non dopo, quando ormai è inutile.

D- Non crede che sia necessario responsabilizzare il cittadino anche tramite un percorso educativo e culturale?

R- Visto l’aumento del flusso di traffico occorre cominciare a cambiare la mentalità, perché un’altra causa degli incidenti stradali è l’eccessivo numero di automobili che circolano ogni giorno aumentando in maniera proporzionale il numero di incidenti. Nel Nord America è vietata la svolta a sinistra negli incroci poiché ci si è resi conto che questa manovra provoca incidenti stradali. Perché non cominciamo anche noi a ripensare la viabilità?. La scarsa educazione stradale, il mancato rispetto delle regole, mettono spesso i cittadini in difficoltà. A Roma, ad esempio, si vedono spesso macchine parcheggiate sulle strisce. Nel fare questo l’automobilista non pensa che, attraversando da un’altra parte, il pedone metterà a rischio la propria vita rendendo difficile l’altrui circolazione.