Affari multitasking per la criminalità organizzata post Covid-19: report 2 organismo di monitoraggio ed analisi

redazione

Grande vitalità della criminalità organizzata nell’era post Covid-19, con un ventaglio di affari illeciti che spazia dal turismo e ristorazione ai servizi, dal settore sanitario a quello dei rifiuti, dai giochi e scommesse alla gestione di impianti sportivi e palestre, alla distribuzione e commercio di generi alimentari, all’autotrasporto, all’industria manifatturiera, a quella dell’energia, immobiliare, al commercio e noleggio di autoveicoli, come riportato dalle analisi della Direzione Investigativa Antimafia (DIA).

Vitalità testimoniata anche dai flussi informativi provenienti dal mondo carcerario, che non subiscono battute d’arresto nonostante la pandemia, sia nei contatti interni che in quelli esterni degli appartenenti a cosche di ‘ndrangheta e camorra; immutati anche gli accrediti di denaro verso i detenuti, a significare un costante ed immutato sostentamento dei sodali in carcere al fine di assicurarne la fidelizzazione ed il silenzio.

Sono le prime indicazioni che emergono dal Report 2 dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico, fornito al Ministro dell’Interno Lamorgese, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza. Organismo composto da rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Dipartimento della Polizia Penitenziaria, nonché della DIA e della Direzione centrale per i servizi antidroga, con l’obiettivo di anticipare ogni iniziativa di espansione, di alterazione del mercato, di inquinamento del tessuto economico, di condizionamento degli appalti e delle gare pubbliche da parte della criminalità organizzata.

Dopo il primo Report che offriva uno spaccato generale, nazionale ed internazionale, sui fenomeni criminali nel periodo di lockdown, il secondo Report ha proseguito l’analisi per aree tematiche al fine di condividere le informazioni di cui dispongono tutte le forze di polizia per intercettare i sintomi e le tendenze criminali in chiave preventiva e di contrasto investigativo.

Gli approfondimenti investigativi della Guardia di Finanza sulle Segnalazioni per operazioni sospette (SOS), si stanno concentrando nel prevenire e contrastare la distrazione illecita di denaro pubblico volta al sostegno di famiglie, imprese e sistema sanitario, nonché le pratiche anticoncorrenziali e speculative sui dispositivi di protezione individuale e prodotti sanitari, anche e soprattutto nelle procedure di approvvigionamento pubblico. Il rialzo non giustificato dei prezzi di vendita dei DP, la loro contraffazione e vendita nei mercati ufficiali e nel dark web è, infatti, un fenomeno criminale connesso all’aumento esponenziale della domanda nel corso della pandemia, che accumuna, peraltro, l’Italia al resto del mondo.

Canale elettivo per riciclare il denaro sporco da parte delle mafie è il comparto ludico, come sottolineato dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, sia attraverso la rete fisica delle sale gioco, rilevate ed intestate a prestanome, sia attraverso il gioco on line e le scommesse su eventi sportivi, cosiddetto match-fixing.

“Se la permanenza domiciliare ha mantenuto inalterate le potenzialità remunerative del gioco on line e a distanza, la ripresa delle attività potrebbe favorire un repentino innalzamento delle scommesse su rete fissa, dovuto anche alla grave crisi economica che potrebbe indurre molti utenti alla ricerca illusoria di facili guadagni, alimentando così una variegata gamma di ludopatie. Il riavvio delle competizioni sportive ufficiali potrebbe, d’altra parte, dare nuova linfa ad episodi di corruttela e frode sportiva, su cu vigila l’Unità Informativa Scommesse Sportive (UISS), costituita presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, che analizza gli approfondimenti investigativi delle forze di polizia sulle segnalazioni di scommesse anomale dell’Agenzia delle dogane” sottolinea il Vice Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Rizzi, che guida l’Organismo di monitoraggio ed analisi.

Il mercato on line ha rappresentato un terreno fertile anche per i traffici illeciti di opere d’arte: i reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri hanno segnalato, infatti, che la fase del lockdown ha determinato una diminuzione dei reati predatori anche delle opere d’arte ma ha favorito il commercio illegale di beni culturali sul web.

La Direzione Centrale dei Servizi Antidroga ha segnalato l’occultamento della droga in contenitori sanitari, il maggior ricorso a velieri ed imbarcazioni d’altura per i trasporti, lo stoccaggio di scorte in attesa della riapertura degli scambi commerciali. Il Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia (SCIP), grazie alla rete degli esperti all’estero, ha arricchito le informazioni segnalando un abbassamento del costo della materia prima per i Paesi produttori di sostanze stupefacenti, a causa della riduzione della domanda, con la necessità delle organizzazioni criminali di rivedere i propri asset strategici per mantenere inalterati i profitti.

Un altro filo rosso che accomuna le esperienze di tutte le forze di polizia nel mondo ai tempi della pandemia, è l’incremento e la diversificazione degli attacchi informatici, sia a privati che aziende, e, soprattutto, l’innalzamento della soglia di rischio per le infrastrutture critiche, rappresentate in primis dagli ospedali impegnati nella cura di malati per Covid-19. Il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) gestito dalla Polizia Postale ha attivato uno specifico protocollo di allerta c.d. “Covid-Rosso”, funzionale alla ricognizione ed alla conseguente allerta precoce delle minacce e degli attacchi più direttamente ricollegabili alle infrastrutture di carattere sanitario, che dall’inizio della pandemia ha registrato e scongiurato 40 minacce.

Il Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale della polizia criminale conferma la tendenza già registrata nel primo Report di una netta diminuzione della delittuosità su tutto il territorio nazionale dal 1° marzo al 10 maggio 2020.

Il Report 2, dopo aver illustrato un generale decremento di tutte le fattispecie contro il patrimonio ma anche dei reati contro la persona (- 56% gli omicidi), svolge un approfondimento sugli episodi di  violenza domestica – dove alla flessione delle denunce corrisponde, però, un’impennata delle chiamate al numero di pubblica utilità 1522 – e in materia di pedopornografia on line, dove nonostante i pericoli connessi alla permanenza a casa di minori ed adulti, la Polizia Postale ha registrato nei primi quattro mesi dell’anno solo un lieve incremento dei reati.

Quanto ai reati ambientali, viene segnalato solo un lieve incremento della combustione illecita di rifiuti, confermata a livello internazionale anche dallo SCIP che registra un incremento degli incendi dolosi in diversi Paesi.

 

 

LA MAFIA IN GIACCA E CRAVATTA E I NON PERFORMING LOANS.

I CREDITI DETERIORATI COME GATE D’INGRESSO PER LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA POST COVID-19

 

“Il gate d’ingresso più pericoloso nell’economia da parte della criminalità organizzata è costituito oggi dai mercati finanziari, con il rischio rappresentato dall’acquisto di crediti deteriorati delle imprese (NPLs, Non-Performing Loans) che gravano sugli asset bancari. Pericolo che, se era già presente prima della pandemia, aumenta in modo esponenziale nell’era del COVID-19 e che confina il classico reato di usura ad un’epoca datata e ad una realtà oggi residuale rispetto alle proiezione degli affari della criminalità organizzata e ai loro volumi”.

E’ questo uno degli alert più importanti lanciato dal Vice Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Rizzi nel Report 2 dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi, costituito all’indomani dello scoppio della pandemia su input del Ministro dell’Interno Lamorgese e con decreto del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli.

Organismo composto da rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Dipartimento della Polizia Penitenziaria, nonché della DIA e della Direzione centrale per i servizi antidroga, con l’obiettivo di anticipare ogni iniziativa di espansione, di alterazione del mercato, di inquinamento del tessuto economico, di condizionamento degli appalti e delle gare pubbliche da parte della criminalità organizzata.

L’interesse della criminalità organizzata per i crediti deteriorati delle imprese nasce molto prima del Covid-19.

 

La Banca d’Italia ricomprende tra gli NPLs diverse realtà con un differente livello di rischio: dalle cosiddette “sofferenze” (Bad Loans) che consistono in esposizioni verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili; alle “inadempienze probabili” (Unlikely To Pay) che rappresentano situazioni più gravi, per le quali la banca valuta improbabile, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, che il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni contrattuali; fino alle “esposizioni scadute e/o sconfinanti” (Past Due Loans), che consistono in crediti scaduti o che eccedono i limiti di affidamento da oltre 90 giorni.

 

Nel periodo dal 2008 al 2016, si è assistito ad una notevole crescita della consistenza degli NPLs nei bilanci delle banche, dovuta principalmente all’eccezionale fase recessiva che ha colpito l’economia italiana tanto che a fine dicembre 2016 i crediti deteriorati delle banche italiane, al netto delle svalutazioni, ammontavano a 173 miliardi di euro.

Le azioni adottate, a livello nazionale ed europeo, al fine di ridurre l’incidenza delle esposizioni deteriorate sul complesso dei prestiti, a tutela del risparmio e dell’economia, hanno condotto, a partire dal 2016, ad un rilevante sviluppo del mercato secondario dei NPLs. Dal 2016 al 2018 le banche italiane hanno eliminato dai propri bilanci sofferenze per un ammontare lordo complessivo pari a 138 miliardi di euro, quasi esclusivamente mediante operazioni di cessione dei crediti deteriorati sul mercato.

 

 

 

I prevedibili impatti negativi sulla nostra economia della situazione di emergenza determinata dall’epidemia di COVID-19, rendono probabile che il livello di tali operazioni possa crescere nei prossimi anni.

In tale contesto, è presumibile che le organizzazioni criminali possano inserirsi nel mercato dei crediti deteriorati, ricorrendo a prestanome e società di copertura e approfittando di alcuni varchi offerti dal mercato e dalla normativa. A titolo esemplificativo, la criminalità organizzata potrebbe:

–              comprare single name credits ovvero singoli crediti deteriorati, non in   blocco, in modo tale da sfuggire al regime imposto dal Testo Unico Bancario;

–              infiltrarsi nel settore del cd. servicing, ossia nei servizi di gestione, incasso e recupero dei crediti, per conto degli investitori che li abbiano comprati dalle banche;

–              acquistare i crediti deteriorati, direttamente, attraverso le società di recupero crediti, che possono agire in un quadro normativo più semplificato, senza essere soggette alla stringente disciplina stabilita dal Testo Unico Bancario per gli intermediari finanziari,;

–              investire nell’acquisto delle obbligazioni, denominate Asset Backed Securities (ABS), emesse dalle società costituite da banche e intermediari finanziari per la cartolarizzazione dei NPLs, avendo anche la possibilità, in qualità di obbligazionisti, di partecipare ad operazioni di finanziamento dei debitori insolventi ovvero di acquisto dei beni posti a garanzia dei crediti deteriorati.

 

“La speculazione nei mercati finanziari offre oggi alla criminalità organizzata, e alla ‘Ndrangheta in particolare, i maggiori margini di profitto, con la possibilità di riciclare il denaro sporco proveniente dalla droga, acquistando posizioni creditorie nei confronti delle imprese e, in prospettiva, asset proprietari nelle compagini societarie, nel settore turistico, della ristorazione e del commercio” spiega quanto contenuto nel secondo Report citato.