Allarme clandestini nel Porto di Venezia

Roberto Imbastaro

Il Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia Paolo Costa si dichiara preoccupato per il numero crescente di immigrati illegali e clandestini che sbarcano al porto di Venezia, molti dei quali in condizioni disastrose, come nell’ultimo caso dei 7 clandestini curdi ed iracheni sbarcati mercoledì da un traghetto greco.

Da gennaio 2008 ad oggi già 850 clandestini sono stati scoperti al porto di Venezia, un trend negativo che già supera quello del 2006 – 646 clandestini scoperti – e si avvia a superare quello del 2007, di 1161.

La preoccupazione del Presidente Paolo Costa, allarmato anche dal numero crescente di minori clandestini, in prevalenza di origine afgana e dall’emergenza legata alle condizioni di salute degli immigrati, l’ha indotto ad attivarsi in sede italiana ed europea, scrivendo direttamente al Commissario europeo per la giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot ed al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

Vista anche la difficoltà attuale di distinguere i richiedenti asilo fra tutti i clandestini scoperti, il Presidente dell’Autorità ritiene che sia urgente porre in essere azioni di controllo più intense e mirate presso i porti di entrata, laddove hanno origine i flussi di clandestini: questo al fine di ridurre il fenomeno di immigrazione clandestina ed evitare perdite di vite umane.

L’Autorità Portuale è in contatto con l’Ufficio della Polizia di Frontiera di Venezia e, come dichiara il suo Presidente, pronta ad offrire la massima collaborazione alle Istituzioni nazionali ed europee competenti per combattere il fenomeno, anche sottoscrivendo accordi internazionali con le competenti autorità dei Paesi coinvolti.

Del resto, nel settembre 2007 l’Autorità Portuale di Venezia ha sottoscritto una convenzione di partenariato con la Commissione Europea, DG Giustizia, Libertà e Sicurezza, con la quale l’Ente ha formalizzato una stabile cooperazione con la Commissione della durata di 4 anni volta a perseguire i seguenti obiettivi:  

– incoraggiare, promuovere ed elaborare metodi e strumenti orizzontali necessari per una strategia di prevenzione e lotta contro la criminalità e per il mantenimento della sicurezza e dell’ordine pubblico;
– promuovere e organizzare azioni di coordinamento, cooperazione e comprensione reciproca tra le autorità di contrasto, le altre autorità nazionali e gli organismi affini dell’Unione in ordine alle  priorità stabilite dal Consiglio.