Antibracconaggio: conclusa l’operazione Pettirosso nelle valli del bresciano

redazione

Si è conclusa l’Operazione Pettirosso, nell’ambito della quale il Corpo forestale dello Stato ha condotto per circa un mese tra le valli del Bresciano (Val Trompia, Val Sabbia, Val Camonica) una proficua ed intensa attività antibracconaggio a tutela dell’avifauna (in particolare passeriformi) protetta dalla normativa comunitaria e nazionale.

L’ operazione è stata articolata in due turni, in ciascuno dei quali una task force di 24 unità del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) del Corpo forestale dello Stato ha operato  al fine di contrastare le condotte illecite in ambito venatorio. Sono state complessivamente 119 le persone denunciate: tra le ipotesi di reato segnalate alla competente autorità giudiziaria il furto aggravato in danno dello Stato, cosiddetto "venatorio", la caccia di specie protette attraverso l’utilizzo di mezzi non consentiti e la violazione della normativa sulle armi, tra cui l’omessa custodia ed il porto abusivo di armi. Complessivamente sono stati sequestrati 1.049 esemplari di avifauna (includendo sia quelli vivi che quelli rinvenuti morti). Parte di quelli che sono stati trovati vivi dai Forestali, sono stati liberati sul posto mentre gli esemplari che non sono stati ritenuti idonei al volo, sono stati affidati al "Centro Nazionale di Recupero Fauna Selvatica Il Pettirosso" per le cure necessarie al fine della loro successiva reintroduzione in natura. Tra gli esemplari vittime dei cacciatori un lungo elenco di specie: pettirossi, capinere, lucherini, frosoni, cince e altri ancora. Sotto stati posti sotto sequestro anche 57 fucili, 16 richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, 134 reti, 497 trappole tipo "sepp" (tagliole in ferro con scatto a molla) e 310 archetti (micidiali trappole realizzate con ramoscelli curvati a ferro di cavallo che scattano al posarvisi dei volatili). Di notevole rilievo il contributo offerto dalle associazioni ambientaliste tra cui il Committee Against Bird Slaughter (CABS) i cui volontari si sono attivati senza sosta per la ricerca dei mezzi di cattura illeciti agevolando il personale del Nucleo Operativo Antibracconaggio nello svolgimento dei servizi d’istituto.