GDF: Operazione “made in italy”

Gabriel Romitelli

E’ stata senza dubbio fruttuosa l’attività che i militari della Guardia di Finanza e gli ispettori del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno condotto tra giugno e ottobre scorsi per contrastare fenomeni illegali di lavoro sommerso nel settore manifatturiero, peraltro connessi con la produzione di articoli recanti marchi contraffatti, con fallaci indicazioni d’origine e provenienza oppure non conformi agli standard di sicurezza comunitari.

Tra le province di Treviso, Pistoia, Forli-Cesena, Macerata, Roma, Caserta e Salerno i finanzieri e i funzionari del Dicastero di Via Veneto – mediante una preventiva attività di analisi di rischio e di informazioni attinte alle banche-dati in uso alle citate Istituzioni – hanno sottoposto a controllo 58 diverse imprese, 43 delle quali sono risultate irregolari.

A ciò si aggiunge il controllo di 437 posizioni lavorative (verificate direttamente al momento dell’accesso dei finanzieri e degli ispettori del Ministero presso gli opifici), 172 delle quali sono risultate irregolari, mentre i lavoratori “in nero” sono stati ben 95 tra i quali 12 cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno e la cui presenza sul territorio italiano è stata quindi segnalata all’Autorità Giudiziaria.

Rilevante è stato anche il numero di prodotti recanti segni mendaci o non sicuri rinvenuti e sequestrati durante gli interventi e che superano i 3 milioni e 200mila unità.

Considerato che le irregolarità riscontrante, oltre all’impiego di manodopera irregolare o in nero, implicavano anche altre fattispecie penalmente rilevanti come l’evasione fiscale, l’immigrazione clandestina, l’abusivismo commerciale nonché la produzione e vendita di articoli di prodotti contraffatti, pericolosi o insicuri, 15 responsabili sono stati denunciati alle Procure della Repubblica competenti per territorio.

Sul piano fiscale ammontano invece a 550.000 euro i redditi nascosti al Fisco, con circa 30.000 euro di I.V.A. dovuta e ritenute non operate/versate per oltre 20.000 euro.

Al momento, fermi restando i procedimenti ancora in corso, sono state disposte 14 sospensioni dell’attività imprenditoriale e l’irrogazione di sanzioni per violazioni in materia di lavoro superiori ai 300.000 euro.