Scenario online Sicurezza Alimentare: mense scolastiche chiuse per violazione delle norme igienico-sanitarie

Samanta Sarti

Pasta “collosa”, passato di verdura “con delle cose dentro”, frittata “con i capelli”, bistecca “che non va giù”, “bestioline” nell’insalata… Lamentele ricorrenti fra i bambini che pranzano a scuola. Talmente ricorrenti da diventare un’abitudine per i genitori, molti dei quali fanno spallucce e sperano, prima o poi, la fame abbia il sopravvento su capricci e schizzinosità. Una volta tanto, invece, i piccoli critici gastronomi hanno vinto la battaglia sostenuti dall’interesse delle autorità competenti. La notizia, pubblicata il 20 Giugno, ha raccolto oltre 5 mila azioni di engagement (fonte dati: Data Stampa): i Nas, su esplicita richiesta del Ministro Lorenzin, che ha disposto verifiche a campione su tutto il territorio nazionale, hanno eseguito 2.678 controlli, con risultati allarmanti. Le strutture “non conformi” sono 670, ossia: una su quattro. Dopo le verifiche, 37 mense sono state chiuse (1,4%), sono state disposte 164 sanzioni penali e 764 amministrative (per complessivi 491.498 euro), con il sequestro di 4.264 kg di "alimenti in cattivo stato di conservazione, alterati" o con problemi di tracciabilità ed etichettatura. 

Al secondo posto per engagement – oltre 2 mila azioni – la notizia della pubblicazione, in Gazzetta ufficiale, del decreto 103/2016, in vigore dal 1 luglio 2016, recante le sanzioni sull’olio d’oliva. A darne comunicato, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Lo scopo del decreto è, soprattutto, tutelare l’olio d’oliva italiano, i consumatori e i produttori che operano nel rispetto delle norme. Tra le sanzioni principali: il “country sounding”, ovvero l’evocazione di un’origine geografica dell’olio diversa dall’origine dell’olio stesso, anche se correttamente etichettato; il mancato rispetto del regolamento sugli imballaggi; la mancata o difforme indicazione in etichetta dell’informazione sulla categoria di olio; il mancato rispetto dell’obbligo di tenere i registri degli oli d’oliva. In vista dell’entrata in vigore, la circolare applicativa dell’Ispettorato centrale repressione frodi (Icqrf) del decreto è già disponibile sul sito internet del Mipaaf alla pagina: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10213.

Poco più di mille azioni di engagement per la notizia, online dal 19 Giugno, della potenziale tossicità delle nano particelle in alcuni alimenti. L’allerta è partita dall’associazione francese "Agir pour l’environnement": 100 mila volte più piccole di un capello, le “nano” sono sempre più apprezzate da ogni tipo di settore industriale, compreso l’alimentare. L’associazione suddetta ha commissionato prove di laboratorio, effettuate su prodotti venduti per la grande distribuzione, alla National Laboratory (LNE). I test hanno rivelato che i nanomateriali sono spesso presenti nel  cibo, e che i produttori non stanno adempiendo all’obbligo di etichettarli. Eppure, ai sensi del regolamento europeo del 2011 sulle informazioni alimentari ai consumatori, qualsiasi ingrediente contenente nanomateriali deve essere etichettato come tale, con il nome del materiale seguito dalla parola “nano”.