Pagare le tasse, si sa, non piace a nessuno. E’, tuttavia, un dovere. Pungolare il senso del dovere dei contribuenti è stato, senza dubbio, il malefico tranello ordito dagli hacker che hanno diffuso via mail un nuovo tentativo di phishing spacciandosi per l’Agenzia delle Entrate. Per fortuna, nel giro di poche ore, ha spopolato in Rete, grazie al tempestivo tam tam innescato dalla Polizia di Stato, l’alert (oltre 15.000 azioni di engagement, fonte dati: Data Web, Gruppo Data Stampa) con le contromosse per tutelarsi dall’ennesimo tentativo di adescamento truffaldino. L’oggetto della mail è “Verifica tributaria” e proviene da un falso indirizzo agenzia.entrate@pec.it. Soluzione più drastica al problema è eliminare la mail evitando di aprirne gli allegati.
Rispetto ai dati precedenti, la seconda notizia in classifica ha raccolto un numero di azioni di engagement decisamente inferiori (1.600 circa), ma è comunque indicativa degli interessi degli internauti: pare che oltre 225mila account Apple siano stati rubati a possessori di iPhone che avevano fatto il jailbreak ai loro telefonini. Nonostante i ricercatori di Weiptech e Palo Alto networks, operando in reverse engineering, siano risaliti al server, rivelatosi vulnerabile, e abbiano scaricato circa metà dei dati craccati, prima di essere scoperti ed espulsi dal sistema, gli indirizzi email, gli ID dei dispositivi e le ricevute di pagamento erano ormai stati rubati e copiati. La Apple sconsiglia da sempre l’utilizzo del jailbreak del cui funzionamento non è responsabile.
Ultimo, per viralità (poco più di 500), il Mobile Malware Report per il secondo trimestre 2015, pubblicato da G DATA, sulla sicurezza di Android: numerosi malware preinstallati anche su smartphone blasonati. Per la precisione sono stati analizzati 26 modelli di smartphone, scoprendo software spia preinstallato direttamente nel firmware. La colpa non sarebbe tuttavia da imputare ai produttori, bensì ad intermediari che modificherebbero il software prima ancora che raggiunga il mercato.
