Austria, addio all’obbligo di leva

Tiziana Montalbano

Il ministro della difesa austriaco Norbert Darabos, del partito socialdemocratico (Spoe), ha
annunciato da tempo di voler procedere, come nella vicina Germania, alla fine del servizio militare obbligatorio, e in una conferenza stampa oggi ha presentato sette modelli alternativi. ” L’ esercito volontario e’ il futuro”, ha detto Darabos in linea con una delle promesse elettorali della Spoe e precisando che anche all’ estero si sta andando nella stessa direzione. ” Stessa qualita’, stessi costi ma senza costrizione”, promette il ministro delineando l’ esercito del futuro. Darabos, che ha 46
anni ed e’ il primo ministro della difesa a non avere fatto il servizio militare (fece quello civile), si e’ ispirato al modello svedese: 10.000 soldati addestrati oltre a quelli di professione (15.000), che dopo una formazione base si impegnano a restare nell’ esercito dieci anni. Questi soldati costerebbero
5.000 euro l’ anno l’ uno, pari a 50.000 in dieci anni. Il nuovo modello costerebbe 2,18 miliardi euro l’anno tanto quanto il vecchio. Da tempo il progetto ha scatenato polemiche e una delle critiche ricorrenti e’ che l’ esercito passerebbe da 9.000 a 7.000 effettivi. Organizzazioni benefiche come la Caritas o la Croce Rossa temono che l’ abolizione della leva le priverebbe del fondamentale apporto dei giovani del servizio civile, senza il quale l’ intero sistema di volontariato crollerebbe. Dopo la presentazione dei modelli partira’ il dibattito all’interno della coalizione con l’ alleato popolare (Oevp), che in linea generale non vede di buon occhio il piano di Darabos. Il ministro degli esteri Michael Spindelegger (Oevp) è per una ”soluzione costruttiva”, ma critica anche il collega Spoe obiettando che ”un cambio del sistema dovrebbe essere ben preparato” e che necessita maggiore approfondimento.