Autovelox truccati, 200 indagati

Tiziana Montalbano

Autovelox col trucco: più di 200 persone, tra cui sindaci, assessori e comandanti delle Polizie municipali, sono indagate nel Casertano nell’ambito di un’operazione condotta dal comando della compagnia dei carabinieri di Capua e della Stradale di Caserta in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Comuni e ditte, secondo l’accusa, ritoccavano le immagini inviate agli automobilisti. Le indagini, poi sfociate nell’emissione del decreto, hanno avuto infatti per oggetto il rilevamento delle infrazioni attraverso autovelox, photored o altri macchinari simili. Destinatari dei provvedimenti numerosi Comuni della provincia di Caserta e di società. L’indagine ha evidenziato un sistema “creato dai Comuni e dalle società che, in violazione di legge, rappresentava un modo di facile, ingiusto e rilevante profitto”. Le condotte contestate riguardano le modalità di affidamento del servizio da parte dei Comuni alle ditte private, la non corretta indicazione in bilancio delle somme provento delle sanzioni, le illecite modalità di rilevazione delle infrazioni. E ancora, l’omessa comunicazione alle competenti autorità delle infrazioni per il decurtamento dei punti e illeciti nel trattamento dei dati personali. I reati contestati riguardano la truffa, l’abuso d’ufficio, la turbata libertà degli incanti, la falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, il rifiuto e l’omissione di atti d’ufficio. E poi, la soppressione, la distruzione e l’occultamento di atti veri, la violazione del codice della privacy per il trattamento dei dati personali. Le somme incassate dai Comuni attraverso gli autovelox col trucco sono state sequestrate come quelle ricevute dalle società coinvolte e corrisposte dai Comuni per il noleggio e i servizi relativi al rilievo delle infrazioni mediante autovelox o strumentazioni simili. Analogo provvedimento riguarda le apparecchiature stesse e la documentazione cartacea e informatica relativa al rilievo delle infrazioni. L’inchiesta è stata avviata nel 2005 dai carabinieri di Capua, dopo le denunce presentate da automobilisti. Ai sindaci di 33 comuni, ad altri amministratori ed ai comandanti delle polizie municipali, viene contestato, tra l’altro, di avere installato autovelox e photored senza uno studio sulla pericolosità e sull’intensità del traffico, spesso con il trucco, ovvero senza idonea segnalazione, nascosti tra gli alberi o posizionati dopo una curva e con una improvvisa variazione del limite di velocità previsto sulla stessa strada. La constatazione delle infrazioni attraverso i riscontri fotografici non veniva effettuata dai vigili urbani e, dunque, da un pubblico ufficiale ma da dipendenti delle stesse società che provvedevano anche a redigere i verbali ai quali, poi, apponevano la firma digitale di un vigile urbano. A sindaci e altri amministratori comunali di quasi tutti i 33 comuni del casertano vengono anche contestati accordi diretti con le ditte per l’installazione ed il funzionamento delle apparecchiature e non attraverso regolari bandi di gare. Al centro dell’indagine compensi alle ditte non fissi ma proporzionali all’entità della sanzione comminata all’automobilista. Poi, l’iscrizione nel bilancio comunale di somme di denaro non corrispondenti all’effettiva entità degli introiti derivanti alle sanzioni per infrazioni al codice della strada. Non era stato, poi impiegato, come prescrive la legge, il 50 per cento delle somme riscosse per il miglioramento delle strade e le opere destinate alla sicurezza stradale nei singoli comuni.