Cagliari, ancora violenze nel carcere di Uta

redazione

Nuova aggressione nei confronti del personale di polizia penitenziaria in servizio nella Casa Circondariale di Cagliari UTA.
A darne notizia è Luca FAIS, Segretario regionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: ” “Ogni giorno succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre delle carceri sarde e italiane”, denuncia. “A pochi giorni da un’apposita nota di allarme inoltrata al Provveditorato Regionale della Sardegna sulla pericolosità di alcuni detenuti presenti nelpenitenziariodi Uta, si è verificata un’aggressione di un detenuto straniero che rischiava di trasformarsi in un disastro.Il detenuto,appena uscito dall’infermeria ed essere accompagnato per motivi disciplinari all’isolamento, si scagliava con delle lamette in mano contro i poliziotti in segno di protesta per il provvedimento adottato nei suoi confronti.Solamente grazie alla prontezza dei poliziotti venivano evitate conseguenze disastrose agli operatori, come quelle accadute di recente a Prato che ha visto un poliziotto gravemente ferito.Non si può andare avanti in queste condizioni, i penitenziari sardi stanno diventando il luogo di accoglienza di numerosi detenuti stranieri, provenienti dalle carceri della penisola, di difficile gestione e con diversi provvedimenti disciplinari a carico.Lo stesso detenuto è stato oggetto di numerosi rapporti discliplinari ed in conseguenza di tale comportamento deve scontare una notevole quantità di giorni in isolamento.Questa tipologia di detenuti necessità di un controllo costante dei poliziotti che attualmente continuano ad essere insufficienti, specialmente nel ruolo dei Sovrintendenti e degli Ispettori la cui carenza si aggira intorno al 70% dell’organico ministeriale previsto.L’Amministrazione penitenziaria ha il dovere di porre in atto ogni misura atta a tutelare l’incolumità del personale di polizia penitenziaria ed allo stesso tempo a favorire il recupero del condannato”.
Il Segretario generale del SAPPE Donato Capece, che esprime solidarietà e ha parole di apprezzamento i poliziotti penitenziari in servizio a Uta, afferma : “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e ai Dipartimenti dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino?”.