Calamità naturali: soccorritori i veri protagonisti del nostro tempo

Roberto Imbastaro
Quando sta ormai per concludersi l’attività di  soccorso all’albergo di Rigopiano  possiamo esprimere  emotività e con il doveroso rispetto che si deve alle vittime ed al dolore dei familiari alcune considerazioni.
Indubbiamente la bella immagine che raffigura il salvataggio dei sopravvissuti all’albergo di Rigopiano ed il lavoro costante dei Vigili del Fuoco e degli altri soccorritori ha portato alla ribalta dei mass media il volto sano del Paese, e con esso l’espressione di  forza, di tenacia ed anche la grande  soddisfazione dei protagonisti che si raggiunge solo quando  queste gesta sono vitali per la sopravvivenza altrui.
La gioia manifestata, i brevi gesti affettuosi rivolti dai soccorritori a Gianfilippo che vedeva la luce dopo le tenebre del crollo sono stati per molti una sorta di liberazione che ha fatto per un attimo dimenticare la drammatica emergenza che ha sconvolto un’area piuttosto vasta del Paese.
Sono  ancora in corso molte polemiche sui soccorsi che si affacciano puntuali ogni volta che i fatti di cronaca ne offrono visibilità mediatica.
Alcune sono dilettantistiche ed intrise di bieca propaganda politica inutili in queste circostanze.
L’Italia bella dei soccorritori viene offuscata da quel volto dell’Italia che non sa distinguere il momento del fare e di collaborare come sistema Paese  da quello della polemica in diretta TV o sui social per sfruttare la situazione a proprio vantaggio politico o per altri interessi.
Facendo così non si creano le condizioni necessarie per affrontare al termine delle operazioni di soccorso il tema del sistema della Protezione civile in modo organico e a tutto tondo analizzando senza condizionamenti politici o estemporanei tutte le fasi in cui si sviluppa l’intero sistema.
La lezione che ci viene dalla storia degli accadimenti e dalla dura realtà dei nostri giorni, scosse sismiche interminabili e nevicate imponenti, è quella che nel Paese non c’è cultura di protezione civile ne nella politica, ne nelle istituzioni, ne in modo diffuso nei cittadini.
Prevenire è la parola base ma questa parola resta da sempre quasi lettera morta.
A chi spetta farla ? A quanti spetta? Chi è responsabile ? Con quali risorse ? Chi controlla ? Sono i soliti motivi e gli elementi sui quali si basa la fragilità del sistema, anzi del sistema Paese al netto delle responsabilità che nella circostanza tragica della valanga sull’albergo che hanno avuto coloro che non hanno messo in moto la macchina dei soccorsi.
Cause: la  legislazione concorrente che regola la protezione civile, sovrapposizioni di competenze ,duplicazioni funzionali, la difficile individuazione  delle responsabilità istituzionali e amministrative prima dell’evento e dopo nella fase di ricostruzione ed anche finanziamenti insufficienti.
Ci sarebbe molto da fare e da correggere. Se si  riflette a fondo si giunge alla considerazione che senza il soccorso e la sua efficienza pur se necessita di interventi  migliorativi, la protezione civile si limiterebbe nel complesso ad essere  una sterile essenza organizzativa.
Queste criticità non possono però essere cancellate dagli atti eroici, dal coraggio, dalla professionalità dei soccorritori in particolare dei Vigili del Fuoco la cui professionalità  viene valutata con una retribuzione così inadeguata da apparire persino offensiva.
Riguardo alla retribuzione dei Vigili del fuoco  occorrono almeno 200 milioni di euro per perequarla a quella dei colleghi poliziotti.
Non solo per ammodernare il parco automezzi terrestri, navali ed aerei che hanno una durata media di oltre 20 anni occorrono circa 300 milioni di euro.
Le cifre indicate appaiono molto importanti ma siamo convinti che i cittadini del Paese ove informati che taluni sacrifici sono finalizzati a rendere più efficiente la macchina del soccorso e lavorare con la serenità necessaria, tramite un’equa retribuzione, potrebbe ove fosse possibile, persino far rendere di più nel servizio, non avrebbero esitazione alcuna ad approvare tale decisione a fronte di sprechi , ruberie, privilegi e mega stipendi di persone che mandano a picco banche, aziende e mal dirigono strutture e istituzioni pubbliche.

Pompeo Mannone, Segretario Generale della Federazione Nazionale della sicurezza della Cisl.