Carabiniere condannato per insulti via megafono

Tiziana Montalbano

 Non si può utilizzare un megafono per strigliare i propri sottoposti con epiteti ingiuriosi. È servita una sentenza della Cassazione per sancirlo in modo definitivo. L’episodio ha visto protagonista un ufficiale dell’Arma che, all’interno del Comando provinciale dei carabinieri di Foggia, si serviva di un megafono per apostrofare i suoi uomini con termini come "caprone" e "sciagurato". Dopo la condanna emessa dalla Corte militare d’appello di Napoli nel maggio 2008, l’ufficiale è ricorso in Cassazione sostenendo che il suo metodo aveva "fini correttivi". La Corte, però, ha evidenziato "il carattere inequivocabilmente ingiurioso degli epiteti in questione e ritenuto che simili insistiti comportamenti, posti in essere anche con uso di megafono, non fossero in alcun modo giustificabili nemmeno se dettati da intento non persecutorio ma correttivo di un subordinato considerato poco collaborativo e sollecito". Confermata, dunque, anche la multa di 3.420 euro inflitta al graduato.