Carceri, allarme eventi critici tra le sbarre. SAPPE: “Netto aumento di tentati suicidi, atti di autolesionismo e colluttazioni: responsabili più stranieri detenuti che italiani.

redazione

Aumentano gli episodi violenti all’interno delle carceri italiane e rendersene protagonisti sono più gli stranieri detenuti che gli italiani. E con il regime penitenziario ‘aperto’ e la vigilanza dinamica, ossia con la sensibile riduzione di controlli da parte Polizia Penitenziaria, la situazione si è ulteriormente aggravata.
La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“La situazione si è notevolmente aggravata rispetto al 2017”, denuncia il segretario generale SAPPE Donato Capece. “I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nell’interno anno 2018 sono inquietanti: 10.423 atti di autolesionismo (rispetto a quelli dell’anno 2017, già numerosi: 9.510), 1.198 tentati suicidi sventato in tempo dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria (nel 2017 furono 1.135), 7.784 colluttazioni (che erano state 7.446 l’anno prima). Alto anche il numero dei ferimenti, 1.159 ferimenti, e dei tentati omicidi in carcere, che nel 2018 sono stati 5 e nel 2017 furono 2. La cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”.
Per il SAPPE “è significativo che a mettere in atto molti eventi critici sono stati ristretti stranieri, che oggi nelle carceri italiane sono più di 20mila. I ferimenti commessi da stranieri sono stati 624 (551 quelli degli italiani), le colluttazioni 4.142 (3.304 quelle dei connazionali detenuti), 587 i tentati suicidi (557 quelli messi in atto da italiani) e ben 5.708 gli atti di autolesionismo (che sono stati 3.802 per gli italiani). Lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”. E la proposta del SAPPE è proprio quella di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”.
”E’ sintomatico” concludeil leader dei Baschi Azzurri, “che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere oltre 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Ma l’Amministrazione Penitenziaria guidata da Basentini fa poco o nulla su questo: preferisce essere forte con i deboli…”, conclude Capece commentando la decisione del Capo DAP di sospendere dal servizio il poliziotto penitenziario di Campobasso che ha sventato, con altri colleghi, l’evasione di un detenuto.