Carceri, Sappe: “Gia’ molte le figure che possono garantire diritti dei detenuti: davvero necessario Garante in Trentino?”

redazione

“L’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente, con professionalità, abnegazione e umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria”.
Lo dichiara Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando l’approvazione della norma che istituisce anche in Trentino il Garante dei detenuti.
“Rispetto le decisioni della politica, ma penso e credo che le priorità penitenziarie del Trentino Alto Adige fossero ben altre che istituire il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. La prima fondamentale e imprescindibile considerazione che il SAPPE intende fare è che ai detenuti delle carceri italiane e trentine sono assicurate e garantite ogni tipo di tutela, a cominciare dai diritti relati all’integrità fisica, alla salute mentale, alla tutela dei rapporti familiari e sociali, all’integrità morale e culturale. Diritti per l’esercizio dei quali sono impegnati tutti gli operatori penitenziari, la Magistratura ed in particolare quella di Sorveglianza, l’Avvocatura, le Associazioni di volontariato, i parlamentari ed i consiglieri regionali (che hanno libero accesso alle carceri), le cooperative, le comunità e tutte le realtà, che operano nel e sul territorio, legate alle marginalità. Particolarmente preziosa, in questo contesto, è anche l’opera svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Donne e uomini in divisa che rappresentano ogni giorno lo Stato nel difficile contesto penitenziario, nella prima linea delle sezioni detentive, con professionalità, senso del dovere, spirito di abnegazione e, soprattutto, umanità”, aggiunge Capece.
Il leader nazionale del SAPPE sottolinea infine i disagi con cui quotidianamente si confronta il Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel Trentino Alto Adige: “Nel 2016 abbiamo contato nelle carceri italiane 8.586 atti di autolesionismo, 1.011 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 6.552 colluttazioni, 949 ferimenti. Solo nel Trentino Alto Adige ci sono stati 101 atti di autolesionismo, 12 tentati suicidi, 73 colluttazioni e 21 ferimenti. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando e potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati. La tensione resta alta nelle carceri: altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata alla normalità. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Questa avrebbe dovuto essere, per il SAPPE, una priorità per il sistema penitenziario del Trentino Alto Adige e di tutto il Triveneto. Le donne e gli uomini dei Reparti di Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri del Trentino Alto Adige e del Triveneto affrontano ogni giorno pesanti disagi lavorativi, eppure fanno tutto quanto è possibile perché le criticità operative non influiscano sulla regolarità dei servizi. Per questo il SAPPE dice loro mille volte grazie, grazie ai nostri poco conosciuti eroi del quotidiano, per quello che fanno ogni giorno a rappresentare lo Stato con professionalità, abnegazione, umanità per garantire ordine e sicurezze.