Check Point Research: a febbraio numerosi attacchi a dispositivi IoT dalla botnet Mirai

redazione

Check Point Research, la divisione Threat Intelligence di Check Point® Software Technologies Ltd. (NASDAQ: CHKP), il principale fornitore di soluzioni di cybersecurity a livello globale, ha pubblicato il Global Threat Index di febbraio 2020. A febbraio è stato registrato un forte aumento degli exploit che mirano a colpire una vulnerabilità per diffondere la botnet Mirai, notoriamente nota per infettare i dispositivi IoT e condurre massicci attacchi DDoS.

 

La vulnerabilità, nota come exploit “PHP php-cgi Query String Parameter Code Execution”, si è classificata al 6° posto tra le principali vulnerabilità sfruttate e ha avuto un impatto sul 20% delle organizzazioni di tutto il mondo, contro appena il 2% di gennaio 2020. Questa vulnerabilità è originata dall’analisi e dal filtraggio impropri delle stringhe di query da parte di PHP. Da remoto, quindi, un aggressore può sfruttare questo problema creando richieste http che – se hanno successo – gli consentirebbero di eseguire codici arbitrari sull’obiettivo e di diffondere Mirai.

 

Il team di ricerca avverte anche le organizzazioni che Emotet – il secondo malware più diffuso a febbraio e, in generale, la botnet attualmente più diffusa – è stato diffuso utilizzando due nuovi vettori nel corso del mese appena trascorso.

Il primo vettore d’attacco è stato una campagna di SMS Phishing (smishing) rivolta agli utenti negli Stati Uniti: l’SMS impersona i messaggi delle banche più utilizzate, attirando le vittime a cliccare su un link maligno che scarica Emotet sul loro dispositivo. Il secondo vettore proprio Emotet che sfrutta le reti Wi-Fi rilevate nelle vicinanze di un dispositivo attaccato per diffondersi tramite attacchi di forza bruta, provando ad introdursi nella rete tramite una serie di password Wi-Fi di uso comune. Emotet è utilizzato principalmente per diffondere ransomware o altre campagne dannose.

 

Emotet ha avuto un impatto sul 7% delle organizzazioni a livello globale a febbraio, in calo rispetto al 13% di gennaio, quando era diffuso attraverso campagne spam, come quelle a tema Coronavirus. Questo evidenzia la rapidità con cui i cyber-criminali cambiano i temi dei loro attacchi per cercare di massimizzare i tassi di infezione. In Italia, Emotet rimane comunque al primo posto, con un impatto più alto rispetto alla media, coinvolgendo circa il 10% delle organizzazioni.

 

“Come abbiamo già visto a gennaio, anche nel mese di febbraio le minacce e gli exploit più impattanti sono stati i malware versatili come XMRig ed Emotet. I criminali sembrano puntare a costruire reti di dispositivi infetti più ampie possibile, per sfruttarle e riuscire a monetizzare in modi diversi, dalla consegna di ransomware al lancio di attacchi DDoS”, ha dichiarato Maya Horowitz, Director, Threat Intelligence & Research, Products di Check Point. “Poiché i principali vettori di infezione sono le e-mail e i messaggi SMS, le organizzazioni devono garantire che i loro