Dalla riqualificazione energetica 150 miliardi di euro

redazione
Oggi l’efficienza energetica in Italia coinvolge oltre 500 mila aziende, con una previsione di circa 150 miliardi di euro di valore aggiunto per il 2017. A metterlo in evidenza è Avvenia (www.avvenia.com), azienda leader nell’ambito della white economy, il ramo dell’economia relativo alla riqualificazione energetica.

Un’istantanea del nostro Paese scattata da Avvenia mette in luce ancora una volta come l’Italia sia tra i leader mondiali in questo campo. E questa volta l’analisi si focalizza anche sul livello domestico«Le famiglie italiane negli ultimi 10 anni hanno investito circa 30 miliardi di euro in efficienza energetica, realizzando 2,5 milioni di interventi di riqualificazione e consentendo così un risparmio complessivo di circa 100 milioni di tonnellate di petrolio» puntualizzano gli analisti di Avvenia.

Nello stesso lasso di tempo, osserva Avvenia, è scesa di 3 miliardi di euro la spesa per l’importazione di energia da fonti fossili ed è diminuita di 26 milioni di tonnellate l’anidride carbonica emessa in atmosfera. Non sono dunque solo le aziende, che già hanno consentito all’Italia di ottenere il primo posto nel «Ranking 2016 dell’Efficienza Energetica Mondiale» elaborato da Avvenia, ma anche le famiglie a fare del nostro Paese un modello per l’efficienza energetica.

Secondo Avvenia, tra gli strumenti che nell’ultimo decennio si sono rivelati particolarmente efficaci per promuovere la white economy, sono stati determinanti i Titoli di Efficientemente Energetico (TEE), che invece oggi presentano alcuni punti di ombra, poiché riuscire ad ottenerli è diventato più complicato e gli operatori si lamentano di dovere spesso rivedere progetti già approvati o inviare nuova documentazione rispetto a quella inizialmente richiesta.

Le aziende che hanno dovuto affrontare la sospensione o revoca dei Titoli di Efficienza Energetica hanno già rallentato gli investimenti, additando come colpevole il meccanismo dei certificati bianchi. Ma secondo Avvenia il meccanismo funziona, e bene, se posto sotto la giusta luce. Luce che solo «esco» come Avvenia sono in grado di accendere, mettendo al sicuro le aziende da rischi collaterali dovuti a «fantasiose» considerazioni su come sfruttare i certificati bianchi.

Vero è infatti che, all’avvio dei controlli e delle verifiche, chi ha utilizzato impropriamente come fonte di guadagno e non come bacino di fondi per ulteriori investimenti le risorse provenienti dai Titoli di Efficienza Energetica, si è vista annullarne l’erogazione.

«Ma noi siamo sicuri di poter far ripartire il meccanismo incentivante, garantendo alle aziende delle nuove formule di sfruttamento di tali incentivi nel rispetto della normativa e degli obiettivi per i quali i certificati bianchi sono stati pensati»commenta l’ingegner Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia.

Il punto è che fino ad oggi i Titoli di Efficienza Energetica hanno sì consentito di «premiare» tante aziende virtuose, ma al contempo hanno promosso il proliferare di una serie di «esco» il cui unico scopo era quello di gestire gli aspetti burocratici legati alla richiesta dei certificati.

Così molte aziende lamentano che per la stessa tipologia di interventi vengano oggi richiesti documenti diversi e spesso venga chiesto di applicare parametri differenti nella rendicontazione dei risparmi, allungando la tempistica dell’iter per ottenere i certificati bianchi. Ma se la loro gestione viene affidata a operatori esperti, come Avvenia, non solo del meccanismo in sé ma dell’efficienza energetica in senso più ampio e trasversale, i certificati bianchi possono essere garantiti e considerati ancora come un’importante risorsa economica per ulteriori investimenti.

A tal fine Avvenia mette in campo tutta la sua credibilità e le sue competenze per trovare di volta in volta le migliori soluzioni per aumentare il risparmio energetico delle aziende, dell’industria, del terziario, degli edifici pubblici e delle famiglie.