Domani al Senato la discussione del "pacchetto sicurezza"

Massimo Scambelluri

Domani si apre in Senato la discussione sul pacchetto sicurezza, decreto legge sul quale si addensano non poche nubi foriere di tempesta per il Governo Prodi. Ma il ministro dell’Interno Giuliano Amato ostenta fiducia:”Mi aspetto che la votazione sul pacchetto sicurezza che si apre domani in Senato- dichiara il Ministro – possa già concludersi per mercoledì”. E’ nell’aria una richiesta di fiducia quindi? Così la pensa l’opposizione, la cui reazione, per bocca di Jole Santelli, responsabile sicurezza e immigrazione di Forza Italia, non tarda:” La scansione dei tempi prevista dal ministro Amato per il decreto sicurezza sembra prefigurare una richiesta di voto di fiducia. Mi auguro – prosegue la Santelli – che il Ministro dell’Interno ed il Governo smentiscano tale eventualità perché sarebbe gravissimo se al Senato il dibattito parlamentare su un tema così delicato come la sicurezza fosse strozzato dal voto di fiducia”. Alla Santelli risponde prontamente il Partito Democratico che con il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Enzo Bianco, fa sapere che non c’è “nessun segnale sul fatto che il governo intenda mettere la fiducia sul decreto sicurezza” e che, per quanto riguarda la maggioranza, sarà sicuramente “trovato un punto di equilibrio tra posizioni e sensibilità diverse”. Enzo Bianco, reduce dalla riunione notturna del vertice del PD ammette che del problema se ne è parlato anche in quella sede e, riguardo a ll’iter del decreto, che arriva in Aula senza che la commissione Affari Costituzionali abbia finito il suo lavoro, accenna ai rischi che comporta l’esaminare un provvedimento così complesso e delicato senza un relatore. Le accuse dell’opposizione di voler approvare un testo meno severo per accontentare la sinistra radicale vengono ovviamente respinte:” Non c’e’ nessun annacquamento delle posizioni di severità che il governo ha scelto. Al contrario ci sono addirittura norme più severe per tener conto e dare valore ad essi anche in Italia, anche di provvedimenti di espulsione adottati da altri paesi europei”. Non prevede nulla di buono per il Governo invece l’UDC che, attraverso Maurizio Ronconi, vicepresidente dei deputati del partito di Casini, auspica che sulla sicurezza vi sia la crisi del Governo Prodi con la contemporanea nascita di quel governo di larghhe intese che il partito centrista auspica da tempo. “Il riferimento comune per il nuovo governo potrebbe essere – afferma Ronconi – un accordo sul decreto sicurezza rafforzato, bocciando invece i tentativi della sinistra radicale di edulcorarlo per renderlo inefficace”. Ultima del giorno la dichiarazione del senatore a vita Francesco Cossiga che non parteciperà domani alla votazione in aula del decreto sulla sicurezza per non dover votare contro. Cossiga giudica il provvedimento ”non una misura ma una misurina e quasi un misurino". Ma non voterà contro "non solo per amicizia personale nei confronti di Giuliano Amato e di Arturo Parisi, ma perché essi non hanno alcuna o quasi colpa in ciò".