È boom del gioco online, ma la tendenza vale anche nelle ricevitorie e nel privato

redazione

In Italia il gioco d’azzardo è un problema che interessa il 43,7% degli uomini ed il 29,8% delle donne. A metterlo in evidenza è l’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche (www.upda.it), facendo riferimento all’indagine epidemiologica 2018 sul gioco d’azzardo realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

«Secondo le evidenze di quello che è il più grande studio mai realizzato prima in Italia -realizzato dall’ISS su un campione rappresentativo di 12.007 adulti e 15.602 studenti in età dai 14 ai 17 anni- a giocare sono soprattutto le persone più giovani, tra i 18 ed i 25 anni (51,8%) e tra i 26 e i 35 anni (18,4%), mentre più raramente si inizia a giocare oltre i 46 anni (7,4%)» commenta lo psicologo Stefano Benemeglio (www.stefanobenemeglio.com), padre delle Discipline Analogiche, famoso per i molti esperimenti di successo portati avanti nelle sedi più prestigiose, includendo anche l’Ordine dei Medici di Madrid e l’Università «Pompeo Fabra» di Barcellona.

Nel complesso il 36,4% degli italiani, pari ad un numero di 18.450.000 persone, ha giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Ma secondo l’Università Popolare delle Discipline Analogiche il gioco d’azzardo diventa un problema più grave nel periodo natalizio.

«Proprio per Natale e per i giorni prossimi al Natale si prevede il più elevato picco di giocatori in rete di quest’anno» puntualizza Stefano Benemeglio.

Tra le preferenze degli italiani dunque non solo la tombola, il sette e mezzo ed il mercante in fiera, ma anche la roulette, il black jack ed il poker.

«Quello italiano è tipicamente un popolo di giocatori e il nostro Paese, sebbene conti meno dell’1% della popolazione mondiale, rappresenta circa il 20% del mercato globale dei giochi online» commenta Samuela Stano, presidente dell’Università Popolare delle Discipline Analogiche (www.upda.it).

A livello nazionale, per quanto riguarda l’online, i giocatori dimostreranno una particolare predilezione per la roulette che si colloca al primo posto con il 30% delle preferenze, per il poker al secondo posto con il 28% e per il black jack che si attesta al 25%. Queste le previsioni dell’Università Popolare delle Discipline Analogiche.

Ed a fare da traino saranno soprattutto 5 regioni: Lazio (18%), Campania (16%), Puglia (15%), Lombardia (13%) e Veneto (10%), dove il gioco durante le feste è una tradizione molto sentita, seppure questa passione si manifesti con preferenze differenti. Tra i giochi da casinò, ad esempio, a Roma si preferisce il poker (35%), mentre a Milano la roulette (35%) e a Napoli il black jack (32%).

I dati raccolti dall’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche evidenziano inoltre che per le festività natalizie le donne (37%) preferiranno la roulette, mentre gli uomini opteranno invece per il poker (29%) e per il per il black jack (28%).

E per l’offline? Oltre al gioco a casa di amici, in Italia si gioca prevalentemente alle lotterie istantanee (26,2%), al lotto (12,8%), ai giochi numerici a totalizzatore (10,9%), alle slot machine (7,4%), ai giochi a base sportiva (4%) ed alle le videolottery (2,6% dei giocatori). Prevalentemente dal tabaccaio (82,6%), al bar (61,8%) nelle ricevitorie (26,9%), nelle sale scommesse (12,5%) e nei bingo (8,2%).

Ma il gioco d’azzardo non è solo un fenomeno sociale. «A volte può diventare un problema serio quando il comportamento del giocatore assume un carattere disadattivo, persistente o ricorrente, che mina significativamente il benessere e le attività familiari, personali e professionali» sottolinea Stefano Benemeglio.

«La mente di questi giocatori problematici, che come rilevato dall’ISS in Italia sono 1,5 milioni di persone, è in una dimensione parallela. Per loro conta solo la sensazione che provano nel preciso istante che precede la giocata, l’adrenalina ed il piacere del rischio misti alla speranza della vittoria e alla frenetica ricerca di riscatto da una sorte avversa che portano al vortice della dipendenza» conclude lo psicologo che ormai da anni ha affiancato all’attività di ricerca e sviluppo delle discipline analogiche anche l’attività professionale che include percorsi individuali di riequilibrio emozionale validi anche per uscire dalla ludopatia o -a livello preventivo- per non correre il rischio di cadere in questa trappol