Facebook compie 15 anni: il commento di Fabio Pascali di Veritas Technologies

redazione

Oggi è il 15esimo compleanno di Facebook. Fabio Pascali, Country Manager Italia di Veritas Technologies, ha voluto commentare così il particolare e delicato rapporto che lega il cliente a un’azienda, riguardo alla gestione e alla salvaguardia dei dati personali.

“In soli 15 anni, Facebook ha rivoluzionato il modo in cui i consumatori, non solo creano e condividono i dati, ma anche come pensano che le aziende memorizzino ed elaborino questi dati. L’azienda è stata fondata per incoraggiare gli utenti a condividere dei dati su sé stessi, in cambio di maggiori informazioni sugli altri. Facebook ha costruito un rapporto di fiducia reciproca con gli utenti, i quali sono stati più che disposti a condividere tutti i loro dati con il social network.

In cambio, Facebook ha utilizzato questi dati per costruire un modello di business disruptive. Attraverso la raccolta di dati di massa, Facebook è in grado di comprendere veramente i suoi utenti, offrendo loro esperienze personalizzate che rispondono alle loro preferenze individuali.

Tuttavia, i tempi sono cambiati. Al giorno d’oggi, per le aziende basate sui dati, la parola d’ordine è cautela. Le violazioni di alto profilo e l’introduzione del GDPR hanno fatto riflettere. I consumatori sono ora molto più diffidenti riguardo ai dati che distribuiscono e a come vengono salvaguardati, anche se hanno la sensazione di ricevere qualcosa in cambio.

Nell’economia moderna dei dati, le aziende hanno due responsabilità: in primo luogo, comprendere i loro clienti e, in secondo luogo, proteggere adeguatamente i loro dati. Questo non è semplicemente un atto nobile verso i propri clienti: una nostra ricerca ha svelato che una scarsa protezione dei dati può avere un impatto di business negativo – il 56% dei consumatori abbandonerebbe un’azienda che non protegge i propri dati e il 47% si rivolgerebbe a un competitor.”

“In soli 15 anni, Facebook ha rivoluzionato il modo in cui i consumatori, non solo creano e condividono i dati, ma anche come pensano che le aziende memorizzino ed elaborino questi dati. L’azienda è stata fondata per incoraggiare gli utenti a condividere dei dati su sé stessi, in cambio di maggiori informazioni sugli altri. Facebook ha costruito un rapporto di fiducia reciproca con gli utenti, i quali sono stati più che disposti a condividere tutti i loro dati con il social network.

In cambio, Facebook ha utilizzato questi dati per costruire un modello di business disruptive. Attraverso la raccolta di dati di massa, Facebook è in grado di comprendere veramente i suoi utenti, offrendo loro esperienze personalizzate che rispondono alle loro preferenze individuali.

Tuttavia, i tempi sono cambiati. Al giorno d’oggi, per le aziende basate sui dati, la parola d’ordine è cautela. Le violazioni di alto profilo e l’introduzione del GDPR hanno fatto riflettere. I consumatori sono ora molto più diffidenti riguardo ai dati che distribuiscono e a come vengono salvaguardati, anche se hanno la sensazione di ricevere qualcosa in cambio.

Nell’economia moderna dei dati, le aziende hanno due responsabilità: in primo luogo, comprendere i loro clienti e, in secondo luogo, proteggere adeguatamente i loro dati. Questo non è semplicemente un atto nobile verso i propri clienti: una nostra ricerca ha svelato che una scarsa protezione dei dati può avere un impatto di business negativo – il 56% dei consumatori abbandonerebbe un’azienda che non protegge i propri dati e il 47% si rivolgerebbe a un competitor.”