Firenze: suicida nel carcere di Sollicciano

redazione

Ieri notte, nel carcere di Firenze Sollicciano, un detenuto piemontese di Canelli (AT) di 45 anni, P. T., che scontava una lunga pena per vari reati tra i quali rapina, legge armi, furti, etc. si è impiccato nella sua cella presso il Reparto infermeria A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“Purtroppo il pur tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari non ha potuto impedire che l’uomo, che era in cella da solo, mettesse in atto il tragico gesto”, commenta Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Un gesto davvero incomprensibile, se si considera che proprio la mattina il detenuto aveva avuto la notifica della fissazione della Camera di Consiglio per discutere il suo affidamento in prova ai servizi sociali”, sottolinea ancora. Ed evidenzia che un pronunciamento del Comitato nazionale per la Bioetica ha sottolineato come “il suicidio costituisce solo un aspetto di quella più ampia e complessa crisi di identità che il carcere determina, alterando i rapporti e le relazioni, disgregando le prospettive esistenziali, affievolendo progetti e speranze. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere”.

 “In un anno la popolazione detenuta in Italia è calata di poche migliaia di unità”, conclude Capece: “il 28 febbraio scorso erano presenti nelle celle 53.982 detenuti, che erano l’anno prima 60.828. La situazione nelle carceri italiane resta ad alta tensione: ogni giorno, i poliziotti penitenziari nella prima linea delle sezioni detentive hanno a che fare, in media, con almeno 18 atti di autolesionismo da parte dei detenuti, 3 tentati suicidi sventati dalla Polizia Penitenziaria, 10 colluttazioni e 3 ferimenti”.