Gabrielli alla conferenza mondiale Onu su riduzione del rischio disastri

redazione

Si apre domani a Sendai, in Giappone, la terza Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla riduzione del rischio da disastri.

Scopo dell’evento, che si concluderà il 18 marzo, è trovare proprio, a livello globale, la migliore strategia possibile per raggiungere risultati concreti in materia di sviluppo sostenibile e incremento delle capacità di resilienza dei territori esposti ai rischi, mediante l’adozione di un nuovo quadro d’azione – che sostituirà quello adottato nella conferenza mondiale del 2005 – che indichi gli obiettivi strategici e i settori prioritari d’intervento nei prossimi quindici anni.

Secondo i recenti rapporti prodotti dall’Ufficio dell’ONU per la riduzione del rischio (UNISDR, United Nations Office for Disaster Risk Reduction), anche negli ultimi dieci anni la frequenza e gli effetti delle catastrofi e delle emergenze sono decisamente cresciuti, con costi derivati che raggiungono ormai la cifra di circa 300 miliardi di dollari l’anno. È in questo contesto che assumono sempre maggiore importanza le attività di prevenzione, pianificazione e preparazione, al fine di ridurre la portata delle catastrofi e renderne più efficiente la gestione.

Ai lavori della Conferenza parteciperanno rappresentanti di Stati e organizzazioni non governative, nonché della comunità scientifica e del settore privato.

Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, sarà presente nella giornata di lunedì 16 marzo, quando interverrà, tra l’altro, ai lavori delle sessioni ministeriale “Governare il rischio da disastri: le sfide da affrontare” e “Riduzione dei rischi di disastri nei contesti urbani”.

«In materia di politiche di riduzione dei disastri non ci sono modelli unici che possano andare bene per tutti gli Stati», sostiene il Prefetto Gabrielli. «Ogni Paese deve adottare le strategie migliori in base alle proprie priorità e necessità, ma fondamentale è una forte e comune strategia di intervento prospettico per la riduzione dei rischi a livello globale. Dobbiamo convintamente lavorare sul piano della preparazione e della pianificazione, incrementando le politiche di educazione e informazione rivolte ai cittadini, affinché cresca quanto più possibile la consapevolezza della singola persona: in protezione civile, infatti, l’azione corretta che ognuno di noi può mettere in campo si rivela spesso determinante per la gestione complessiva degli eventi calamitosi».