GdF: Bergamo, false certificazioni mediche e corruzioni nel carcere cittadino. Arrestati l’ex direttore e il comandante degli agenti penitenziari

Enrico Fiorenza

Corruzione per pilotare una gara d’appalto, peculato, falso e truffa ai danni dello Stato, sono queste le pesanti accuse che hanno portato stamani agli arresti 6 persone tra le quali figura l’ex Direttore del carcere di Bergamo, il Comandante e un Commissario della Polizia Penitenziaria del capoluogo orobico (quest’ultimo distaccato presso il carcere di Monza), il Dirigente sanitario del carcere, nonché di due imprenditori di Urgnano (BG).
L’operazione odierna, condotta dai finanzieri e dai carabinieri dei rispettivi Comandi Provinciali bergamaschi, aveva preso avvio da un “trattamento di favore” che sarebbe stato concesso – in maniera del tutto indebita – nei riguardi di un imprenditore finito agli arresti ad aprile 2017, a seguito di un’inchiesta riguardante i lavori sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Il detenuto in questione, ristretto agli arresti proprio nel carcere bergamasco, di fatto ha evitato tale regime detentivo beneficiando, invece, d’un lungo ricovero presso l’ospedale cittadino “Papa Giovanni XXIII”; tutto ciò grazie a certificazioni mediche attestanti un grave “shock emotivo” che il detenuto in questione, però, non aveva effettivamente subìto.
Le indagini condotte da finanzieri e carabinieri sulla questione facevano presto emergere anche altre gravi e parallele condotte illecite realizzate dai soggetti indagati, riguardanti alcune false attestazioni sanitarie emesse al fine di far ottenere benefici economici all’ex Direttore del carcere (da pochi giorni in pensione), in particolare il pagamento dei giorni di ferie non goduti all’atto del pensionamento, trattamenti privilegiati di quiescenza e riposi medici per patologie inesistenti.
False attestazioni sanitarie sono state altresì emesse in favore di altri detenuti, alle quali si aggiunge un episodio di corruzione connesso alla stipula di un contratto di fornitura (in esclusiva) di distributori automatici di cibi, bevande e tabacchi all’interno della casa circondariale di Monza, la distrazione di personale e di materiali della Polizia Penitenziaria al fine di eseguire lavori di ristrutturazione presso l’abitazione privata dell’ex Direttore del carcere di Bergamo, l’utilizzo di agenti e mezzi della Polizia Penitenziaria per esigenze private dello stesso ex Direttore e di altri Dirigenti del Corpo e, per finire, l’assunzione clientelare di personale da collocare nel carcere orobico.
Al momento sono 27 le persone complessivamente indagate nella vicenda.