GdF: Bergamo, sequestro di opere d’arte e disponibilità finanziarie per oltre 25 milioni di euro. Arrestato un imprenditore

Oriol De Luca

Quella richiesta di “voluntary discolsure” (ovvero la procedura di collaborazione volontaria con il Fisco volta a far emergere disponibilità patrimoniali detenute all’estero) presentata pochi gg. dopo una verifica fiscale avviata nei suoi confronti aveva destato più di qualche fondato sospetto, ma forse nessuno immaginava come dietro quella manovra ci fosse un vero e proprio tesoro di opere firmate da grandissimi artisti antichi e contemporanei.
Sono questi i tratti essenziali di un’indagine che i finanzieri del Comando Provinciale di Bergamo hanno condotto – sotto la direzione della Procura della Repubblica orobica – nei confronti di un facoltoso imprenditore della zona finito poi agli arresti domiciliari, e nei cui confronti è stato disposto un sequestro patrimoniale che supera il valore di 25.000.000 di euro.
La complessa attività investigativa portata avanti dalle fiamme gialle, condotta anche attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni ed anche assunzione di testimonianze, ha consentito agli investigatori di raccogliere una serie di probanti elementi sulla base dei quali si è ritenuto come la procedura di “emersione” avanzata dall’imprenditore fosse viziata da false attestazioni (particolare questo che la legge punisce con la reclusione fino a 6 anni).
Secondo gli inquirenti, che nei suoi confronti hanno avanzato un’ipotesi accusatoria ben precisa, l’uomo si sarebbe definito “collezionista” per versare al Fisco un importo ridotto in proporzione alle sue disponibilità, ciò soltanto per mascherare la sua vera e molto remunerativa attività imprenditoriale nel settore delle opere d’arte.
Lo stesso indagato, peraltro, si sarebbe reso responsabile del reato di autoriciclaggio per aver ceduto ad una sua cliente di fiducia (la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti) opere d’arte aventi un valore complessivo stimato in 11 mln. di euro, mettendole a disposizione la “provvista” finanziaria necessaria all’acquisto.
L’artificio escogitato per eludere le pretese tributarie dello Stato era stato realizzato grazie alla creazione di una serie di operazioni societarie, messe in atto per con il chiaro intento di ostacolare l’identificazione nonché la provenienza dei preziosi beni.
Proprio sulla base di tali risultanze portate meticolosamente alla luce dagli uomini della Guardia di Finanza, l’Autorità Giudiziaria ha così disposto nei confronti del responsabile un sequestro cautelare diretto ai beni oggetto di rimpatrio, nello specifico costituiti da ben 77 pezzi tra i quali figurano opere di artisti immortali come Hayez, Brueghel, Vanvitelli, Fontana, Manzoni, e Boldini, nonché il sequestro – per equivalente – fino alla concorrenza di 11.000.000 di euro (ovvero il profitto conseguito a seguito del reato di autoriciclaggio scoperto dai finanzieri).
Contestualmente a tale sequestro, sono stati altresì bloccati i conti correnti dell’imprenditore nonché cautelati altri 200 quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Pomodoro, Acrimboldi, Cerruti, e Baschenis.
Da notare come questa nuova operazione delle fiamme gialle bergamasche giunga a pochi giorni da una analoga attività (conclusasi con un sequestro da 9 mln. di euro) condotta sempre sulle false attestazioni nelle procedure di regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero, che poi rappresentano una delle forme di evasione più difficili da scovare.