GdF: Biella, assunti come apprendisti benché fossero già infermieri a tutti gli effetti. Scoperta un’evasione all’Inps di oltre 1.684.000 euro

Giuseppe Magliocco

Lavoravano per una struttura socio-sanitaria come “apprendisti”, ma quei 331 infermieri erano tutti già “professionalizzati”, peraltro con pregresse esperienze lavorative svolte presso altre analoghe strutture, dunque tale anomalia poteva avere solo una giustificazione: abbattere i costi del personale nonché evadere i contributi previdenziali e assistenziali.
È stata questa la scoperta fatta dai finanzieri del Comando Provinciale di Biella i quali, effettuando un controllo nei confronti di struttura socio-sanitaria della zona, si sono accorti che quegli infermieri erano stati assunti in maniera alquanto irregolare.
L’attività ispettiva delle fiamme gialle biellesi si era inizialmente incentrata sulla corrispondenza degli standard richiesti alla società che, nello specifico, deve rendere servizi che possono poi essere del tutto o in parte a carico del Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.).
Nello specifico, l’attuale normativa di settore individua una precisa corrispondenza tra il fabbisogno assistenziale dei pazienti e la misura di assistenza minima da erogare in favore degli stessi da parte delle varie figure professionali che operano nelle strutture di ricovero.
Proprio in ragione di questo rapporto fabbisogno/assistenza la legge è oltremodo chiara, prevedendo come le ore-lavoro prestate dagli apprendisti (in quanto tali) non possano rientrare nel computo degli standard minimi previsti dalla norma stessa.
Durante il controllo ai militari delle fiamme gialle è così apparso subito chiaro come l’inquadramento da “apprendista” di gran parte del personale infermieristico assunto dalla società controllata dai militari fosse soltanto di carattere formale, atteso che gli stessi lavoratori erano invece impiegati come operatori socio-sanitari e infermieri a tutti gli effetti.
Grazie anche alla collaborazione resa ai finanzieri da parte dell’INPS e dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche, è stato così possibile accertare come lo stratagemma messo in atto dai responsabili della società fosse sostanzialmente finalizzato a realizzare un’evasione contributiva e previdenziale; una vera e propria piaga che in Italia sottrae importanti risorse per il pagamento delle future pensioni nonché di altre forme assistenziali e previdenziali che sono a carico dello Stato, oltre a costituire un mancato introito per le casse dell’Erario a causa dell’omessa effettuazione delle ritenute d’acconto ai fini IRPEF sul maggior reddito non corrisposto.
Al termine della verifica i finanzieri hanno quindi accertato un’evasione dei contributi anzidetti superiore al milione e 684mila euro, somma per la quale dovranno essere comminate le relative sanzioni per gli aspetti di competenza dell’INPS e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro.