GDF: Bologna, scoperta maxi-frode alimentare in una produzione vitivinicola

Gabriel Romitelli

 

E’ partito tutto da una verifica fiscale che i finanzieri del Comando Provinciale di Bologna avevano eseguito presso un’importante azienda vitivinicola ma che alla fine, invece d’irregolarità di natura tributaria, ho portato alla luce un’inquietante vicenda di sofisticazione alimentare che si è poi conclusa con il sequestro di migliaia di quintali di materie prime usate per produrre dal finto vino.

L’operazione, denominata “Hydrias” e che le fiamme gialle felsinee hanno condotto in collaborazione con gli ispettori del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, come detto sopra è scaturita da un normale controllo fiscale che i finanzieri stavano compiendo presso un’azienda.

Nel verificare i molti documenti custoditi in azienda i finanzieri si sono accorti di alcune anomalie in ordine alla tracciabilità delle materie prime utilizzate nello stabilimento di produzione, e da lì attivato degli opportuni controlli di qualità da parte degli ispettori ministeriali.

E’ stato così che lo stabilimento di produzione si è rivelato una centrale di sofisticazione che, utilizzando alcune autocisterne per il trasporto di prodotti alimentari estranei all’azienda, in orari notturni introduceva ingenti quantitativi di zucchero d’origine ignota che veniva poi stoccato in un deposito occulto sito nel bolognese.

In quello stesso deposito lo zucchero veniva prima sciolto in acqua e acidi per essere poi caricato su autocisterne, che a loro volta lo scaricavano furtivamente nello stabilimento di produzione dell’azienda prima di essere immesso in commercio nascondendo agli ignari consumatori la reale origine e composizione del prodotto (ovviamente spacciato per genuino).

Scoperta la frode, i militari della Guardia di Finanza bolognese hanno così proceduto al sequestro – operato direttamente in cantina di stoccaggio – di oltre 310.000 ettolitri tra mosti, vini, e succhi d’uva contenuti in 120 serbatoi, nonché 3 cisterne cariche di circa 900 quintali di zucchero liquido.

Nel deposito occulto, dove i responsabili della frode facevano preparare il prodotto adulterato, i finanzieri hanno invece sequestrato altri 2.730 quintali di zucchero contenuto in sacchi di juta, 4 serbatoi contenente acqua e zucchero già miscelati, un’autocisterna e 2 rimorchi utilizzati per i trasporti dei prodotti alimentari sofisticati. Ulteriori perquisizioni sono poi state eseguite presso siti in Veneto e Campania che gli investigatori hanno ritenuto di interesse per un eventuale ampliamento delle indagini.

Anche sul fronte fiscale la vicenda non si è del tutto conclusa, atteso che i prodotti sofisticati sarebbero stati commercializzati “in nero” con ovvie implicazioni di evasione fiscale.