GdF: Bolzano, corruzione negli appalti per i lavori dell’ospedale cittadino. Arrestato l’ex reggente

Enrico Fiorenza

Una storia dai contorni davvero poco chiari, almeno finché al riguardo non hanno cominciato a indagare i finanzieri del Comando Provinciale di Bolzano che hanno così scoperto una serie di episodi di corruzione commessi nell’ambito degli appalti per l’ospedale cittadino, sfociati oggi con gli arresti domiciliari per l’ex reggente del nosocomio, nonché all’emissione di 6 misure interdittive per altrettanti imprenditori della zona (divieto temporaneo dall’esercizio dell’attività d’impresa per la durata di 12 mesi).
L’indagine delle fiamme gialle del capoluogo altoadesino, sviluppatasi all’interno di un gruppo specializzato in reati contro la Pubblica Amministrazione, ambiente e tutela del lavoro, recentemente costituito proprio in seno alla Procura della Repubblica bolzanina, ha riguardato il periodo dicembre 2015/ottobre 2017 nel quale il Direttore “pro-tempore” dell’Ufficio Edilizia dell’Ospedale di Bolzano avrebbe commesso ripetute irregolarità inerenti a lavori, esercizi e forniture per importi sotto-soglia, ovvero entro i 40.000 euro superati i quali scattano più stringenti procedure tra l’altro a evidenza pubblica.
Secondo quanto accertato dai finanzieri, che nei confronti dell’ex reggente avevano già rilevato alcune anomalie riguardanti il suo operato, è emerso che su 25 delle circa 120 procedure di appalto approvate dal funzionario siano presenti gravi irregolarità, peraltro correlate proprio alla chiara volontà di mantenere gli appalti al di sotto della fatidica soglia dei 40mila euro.
Per non sottostare a procedure più complesse (che però sono in grado di svelare meglio talune irregolarità tipiche dei reati di corruzione), l’ex reggente avrebbe fatto risultare come acquisto effettuato dall’ospedale la parte di un’opera e, in concorso con il titolare dell’impresa aggiudicataria del lavoro, ne avrebbe artificiosamente frazionato l’appalto simulando, al contempo, indagini di mercato che coinvolgevano diverse altre aziende.
Anche per tali “indagini”, però, la verità si celava dietro l’appoggio fornito da imprenditori pronti ad inviare al funzionario arrestato i loro preventivi “di comodo”.
Nel corso della stessa inchiesta, è emerso come lo stesso funzionario avesse altresì violato anche il “principio di rotazione” previsto dall’art. 36 del “Codice dei Contratti Pubblici”, favorendo in più occasioni il medesimo imprenditore.
Lo scenario di irregolarità diffuse e ripetute nella gestione della struttura sanitaria pubblica in questione si andava poi ad arricchire di altri particolari, come l’emissione di fatture per importi maggiorati, quest’ultime debitamente supportate da rapporti contenenti dati non veritieri circa l’esecuzione dei lavori effettivamente eseguiti.
Nell’ambito di tale illecito “sistema” non potevano mancare le indebite utilità di cui beneficiava il reggente e che si sostanziavano – oltre alle classiche “mazzette” – in lavori di ristrutturazione edilizia per gli immobili di sua proprietà, lavori di falegnameria, cessioni di buoni-carburanti e finanche il pagamento di riparazioni meccaniche.
Sono 11 le persone che si trovano iscritte nel registro degli indagati al termine delle operazioni, nei confronti delle quali l’Autorità Giudiziaria inquirente contesta i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti e truffa.