GdF, brillante operazione antidroga a Napoli

red

Prosegue incessante l’attività a contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti – principale fonte di arricchimento della criminalità organizzata campana – da parte della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Napoli, agli ordini del Col. t.ST Giuseppe Bottillo.Nell’ambito di più complesse ed articolate indagini di polizia giudiziaria dirette dai Sostituti Procuratori Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli venivano a conoscenza dell’imminente arrivo sul mercato campano di un grosso carico di cocaina proveniente dal Sud America, destinato ad organizzazioni camorristiche locali.Sulla scorta degli indizi raccolti, venivano monitorate le spedizioni di containers caratterizzate da particolari “indici di pericolosità” legati al Paese di origine della merce e alla sua destinazione finale, nonché veniva effettuata una comparazione con le pregresse operazioni doganali poste in essere da medesimi operatori commerciali aventi analoghe caratteristiche.L’attività di analisi consentiva di intercettare tre container – contenenti mobili artigianali – in sosta nel porto di Vado Ligure (SV) provenienti dal Messico e diretti, per il successivo sdoganamento, nel porto di Salerno. Le caratteristiche del trasporto, formalmente destinato ad un operatore commerciale di Roma, facevano sorgere forti sospetti e inducevano i militari operanti ad effettuare più approfonditi accertamenti anche con la fattiva collaborazione del Servizio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane. Emergeva che, nonostante i tre container trasportassero merce della medesima natura, uno di essi evidenziava un peso lordo differente dagli altri.La DDA partenopea, tempestivamente informata degli sviluppi delle indagini e degli elementi informativi raccolti, condividendo l’assunto investigativo, disponeva l’immediata perquisizione dei container ancora giacenti sulla banchina del porto ligure.Le operazioni di perquisizione, previa effrazione dei sigilli, venivano svolte dai finanzieri del Nucleo di Napoli, in collaborazione con i colleghi della Compagnia della Guardia di Finanza di Savona e con i locali Funzionari doganali, protraendosi incessantemente per tutta la giornata di ieri e oggi. In particolare, dopo aver preliminarmente sottoposto i container al “Silhouette Scanner” in dotazione alla Dogana, che non evidenziava anomalie, i finanzieri procedevano alla materiale ispezione della merce trasportata, anche con l’ausilio di unità cinofile messe a disposizione dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Genova. Inizialmente tutto appariva regolare e conforme alla documentazione che accompagnava il trasporto: i container risultavano trasportare mobili in legno intarsiati (armadi, divani, credenze, cassettiere, letti, comodini, ecc.) di fattura artigianale. Ma spesso l’apparenza inganna e i primi ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati proprio i cani antidroga che manifestavano evidenti segnali di “nervosismo”. In effetti, mentre ispezionavano l’ultimo container, i finanzieri notavano che tali arredi avevano un peso diverso (in eccesso) rispetto ai mobili già sollevati e controllati, come se il legno fosse stato di differente qualità, spessore o consistenza, nonostante apparissero del tutto identici ai precedenti.Insospettiti da ciò, i finanzieri decidevano di eseguire un controllo più accurato e invasivo: ponevano uno accanto all’altro tre mobili identici tra loro ma provenienti ciascuno da un container diverso, avendo conferma che a parità di aspetto estetico, uno dei tre pesava abbondantemente più degli altri. Allora decidevano di soffermarsi sui pannelli che costituivano i rivestimenti posteriori e laterali dei mobili, ponendoli nuovamente a confronto e riscontrando ancora una volta una evidente differenza di peso tra loro. A questo punto, previa autorizzazione della competente Autorità Giudiziaria, i pannelli venivano tagliati in due parti e si scopriva che la serie di mobili trasportata in uno dei tre container era veramente “stupefacente”: l’interno dei pannelli era costituito infatti da panetti di cocaina purissima (fotografie allegate) appositamente lavorati per renderli sottili e adattarli alle dimensioni del mobile, successivamente ricoperti con lamine di legno in modo tale da renderne impossibile la scoperta, anche a seguito di una ispezione approfondita. Ecco quindi svelato il motivo per il quale il controllo ai raggi X del “Silhouette Scanner” non aveva evidenziato l’anomalia.Tutti i mobili custoditi all’interno del container erano stati prodotti ed assemblati con il medesimo meccanismo: cocaina ricoperta da fogli di legno. Dopo laboriose operazioni di estrazione della droga da parte delle Fiamme Gialle di Napoli, in collaborazione con la Guardia di Finanza di Savona e la Dogana del porto di Vado, in corso da oltre 24 ore, sono stati sequestrati svariati panetti di cocaina purissima aventi un peso di circa 130/140 grammi cadauno, per un totale stimato di alcuni quintali di sostanza stupefacente.Le indagini hanno già permesso di rilevare che il mercato di destinazione dell’ingente partita di stupefacente era quello campano, che si sarebbe visto invaso da un quantitativo di droga che, secondo gli investigatori, sul mercato del consumatore avrebbe fruttato decine di milioni di euro.