GdF: Cosenza, operazione “merlino”. Scoperti rapporti di malaffare tra imprenditori, sindaco, vicesindaco e funzionari del comune di Fuscaldo (Cs)

Oriol De Luca

Gli arrestati, stando alle indagini condotte dalle fiamme gialle cosentine, le cui risultanze sono state pienamente confermate dall’Autorità Giudiziaria inquirente, avrebbero anteposto interessi personali nella gestione di appalti pubblici per un valore di 7,5 milioni di euro e per questo si trovano ora a rispondere di gravi reati commessi ai danni della Pubblica Amministrazione quali la corruzione, la tentata concussione, l’indebita induzione a dare o promettere, il peculato, le turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della P.A. nonché il falso ideologico.
L’ennesimo quadro di malaffare nella gestione della cosa pubblica è emerso a seguito di una lunga indagine che i magistrati del Tribunale di Paola hanno diretto con grande attenzione, orientando assai efficacemente molteplici attività investigative che gli uomini della GDF hanno condotto esaminando una grossa mole di documentazioni cartacee ed anche informatiche, e che gli stessi militari hanno acquisito durante diverse attività di perquisizione, di sequestro, di assunzioni di numerose dichiarazioni testimoniali nonché con approfondite indagini finanziarie e patrimoniali.
Proprio a seguito di tali indagini sì è così delineato un inquietante quadro d’illegalità diffuse fatto di accordi clandestini e ripetute collusioni tra soggetti pubblici e privati, con il compimento dei classici accordi “sottobanco” volti ad assegnare lavori e servizi in maniera del tutto contraria al Codice degli Appalti, nonché delle altre norme che regolano la funzione pubblica.
Come accertato dalle fiamme gialle consentine, e come spesso accade in questi casi, gli accordi illeciti tra i vari soggetti pubblici e privati prevedevano adeguate “contropartite” consistenti in incarichi professionali, assunzioni di lavoratori, utilizzo gratuito di strutture alberghiere e l’elargizione di diverse altre “utilità”.
Sono svariate le opere pubbliche finite sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, tutte eseguite nei territori di Comuni di Fuscaldo e di Cosenza, ma anche il conferimento di un incarico professionale, l’assegnazione di concessioni demaniali e finanche l’acquisto di un personal computer di ultima generazione (valore di oltre 1.300 euro) del quale, però, veniva indebitamente ad appropriarsene un pubblico ufficiale.
Tra i due Enti locali cosentini, infatti, è emersa una figura che faceva da collegamento e che, nel caso specifico, era rappresentata da un dipendente comunale del capoluogo autorizzato ad esercitare part-time le proprie funzioni lavorative anche per il limitrofo Comune di Fuscaldo.
Come poi confermato in atti dagli inquirenti, che hanno ricostruito in maniera certosina i rapporti interpersonali intercorrenti tra gli amministratori, i funzionari pubblici e gli imprenditori – palesemente instauratisi per meri interessi personali protrattisi nel tempo e con atti contrari ai doveri d’ufficio – aveva generato in molti casi un’autentica quanto inaccettabile commistione tra i ruoli tra soggetti pubblici e privati, dove la stessa funzione pubblica era stata spogliata della sua reale natura e dunque assoggettata al solo raggiungimento di fini sfacciatamente privati.
Al termine delle operazioni è stato altresì disposto nei confronti di alcuni degli indagati un sequestro di beni da 215.000 euro, mentre due sono al momento le società a cui è stata applicata la misura interdittiva del divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione.
Venti sono invece le persone che risultano indagate nell’inchiesta.