GdF: Foggia, scoperta frode fiscale da 30 milioni di euro nel settore della vendita di pneumatici

Oriol De Luca

I prezzi praticamente “stracciati” praticati sui suoi pneumatici gli avevano consentito di attrarre una folta clientela nonché di far lievitare, e di molto, i propri guadagni. Peccato però che dietro un’offerta commerciale così vantaggiosa si celasse la classica “magagna”, ovvero una maxi-evasione fiscale da oltre 30 milioni di euro.
È questa la scoperta fatta dai finanzieri del Comando Provinciale di Foggi ai quali, al termine di una complessa verifica fiscale, hanno smascherato gli intenti truffaldini di un noto imprenditore del foggiano, per il quale il GIP ne ha peraltro disposto l’arresto.
Gli investigatori della GDF foggiana, agli ordini del Colonnello Ernesto Bruno, hanno infatti scoperto come una serie di società operanti nel settore del commercio di pneumatici (tutte però facenti capo ad un unico imprenditore), avessero sistematicamente omesso di dichiarare al Fisco i loro ricavi nonché di versarne le relative imposte.
A piena dimostrazione di come al frodatore non interessasse venire incontro alla propria clientela quanto massimizzare all’inverosimile i propri guadagni, basti considerare quale fosse il vero e proprio “sistema” fraudolento da lui messo in piedi, e che si basava sostanzialmente nel creare una serie di società che, nel volgere di un solo anno, venivano spogliate dei propri beni che venivano poi fatti confluire in nuove società create ad hoc ed intestate a “prestanome” nullatenenti, ora chiamati in causa nella vicenda a rispondere delle derivanti responsabilità di natura penale.
Il carosello di società “apri e chiudi” realizzato con il chiaro scopo di rendere difficoltosi gli accertamenti, ha così consentito all’imprenditore arrestato di praticare nel tempo prezzi di vendita oltremodo vantaggiosi, che hanno poi innalzato in maniera vertiginosa il proprio volume d’affari con un illecito profitto che gli investigatori delle fiamme gialle hanno quantificato in 13 milioni di euro; profitto che – è bene sottolinearlo – è stato sottratto anche agli altri operatori onesti del settore attraverso una forma di concorrenza assolutamente sleale (oltre che illegale poiché derivante da un’evasione fiscale).
Per tale motivo l’Autorità Giudiziaria inquirente ha contestualmente disposto un sequestro patrimoniale “per equivalente” (finalizzato alla successiva confisca) per un importo uguale alla frode fiscale perpetrata, nel quale sono al momento finiti 6 immobili tra appartamenti, locali commerciali e box auto, nonché 3 società e conti correnti.
Le attività investigative stanno comunque proseguendo al fine di rintracciare altri beni o disponibilità finanziarie derivanti dalla maxi-frode in questione.