GdF: Livorno, operazione “doge vesuviano”. Sequestrate 7 tonnellate di sigarette di contrabbando e arrestati i 3 organizzatori del carico

Ufficialmente risultava come un carico di lana di vetro proveniente dalla Tunisia, ma dietro quelle balle di materiale isolante erano state celate oltre 7.000 kg. di tabacchi lavorati esteri (alcuni dei quali persino con marchio contraffatto).
E’ nata così l’operazione “Doge vesuviano” che i finanzieri del Comando Provinciale di Livorno, in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e con i Reparti del Corpo territorialmente competenti, hanno concluso arrestando 3 persone (due delle quali di origine campana e un livornese già gravato da precedenti specifici), che dovranno ora rispondere del reato di contrabbando aggravato di tabacchi lavorati esteri.
L’indagine delle fiamme gialle labroniche, come detto sopra, aveva preso le mosse nel luglio scorso da un deposito doganale del porto cittadino dove, all’interno di un trailer per autoarticolati, i militari e i doganieri vollero vederci chiaro su quel trasporto di lana di vetro che poi si dimostrò essere solo un carico di “copertura” utilizzato per celarne un altro di ben diverso valore.
Avvisata l’Autorità Giudiziaria della circostanza, la GDF livornese avviò così le indagini su alcuni individui attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni in obbiettivi dislocati tra Piemonte, Toscana, Lazio e Campania sino ad individuare gli organizzatori del carico di “bionde” provenienti dalla Tunisia, scoprendone la destinazione (il mercato clandestino campano) nonché il modus operandi utilizzato dai responsabili per introdurle in territorio italiano.
Gli stessi responsabili, infatti, si avvalevano di falsi documenti intestati a una società veneta (poi risultata del tutto estranea all’illecito traffico) per effettuare le illecite importazioni, con pratiche doganali che venivano create allo scopo e con grande cura attraverso lo spedizioniere doganale livornese per non destare sospetti.
Peccato per loro che solerti finanzieri in servizio di vigilanza doganale abbiano voluto riscontrare “de visu” quanto appariva da quei documenti, scoprendo così il traffico, sequestrando il carico (di contrabbando oltre che contraffatto) e assicurando infine i responsabili alla giustizia.