GdF: Messina, sottraggono soldi e disponibilità patrimoniali per 3,5 mln. di euro soggiogando un’anziana. Scoperti e denunciati 3 responsabili

Enrico Fiorenza

Tre milioni e 500mila euro, tanto era il valore del patrimonio su cui avevano messo le mani soggiogando un’anziana la quale, in costante stato di soggezione e talvolta di terrore, gli aveva praticamente ceduto larga parte dei suoi beni.
È questa una delle tante storie in cui persone anziane subiscono violenze psicologiche talmente pressanti da renderli praticamente incapaci di reagire, specie se non hanno parenti o amici vicini a sorreggerli ed a difenderli, solo che stavolta i finanzieri del Comando Provinciale di Messina, indagando sul conto di tre soggetti, ne hanno scoperto le vili manovre denunciandoli nonché facendo emettere nei loro confronti un sequestro plurimilionario.
Teatro di questa squallida vicenda è stata la cittadina siciliana di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), dove i tre – rispettivamente di 73, 54 e 21 anni e tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare – avevano praticamente decuplicato le movimentazioni dei propri conti correnti proprio dal momento in cui erano comparsi nella vita della donna.
Ritenendo che tale situazione, nonostante le indagini ancora in corso, non potesse comunque perdurare ulteriormente, i finanzieri riuscivano ad ottenere un primo sequestro preventivo di rapporti bancari e finanziari intestati all’anziana, grazie al quale è stato possibile vincolare disponibilità finanziarie (conti correnti, titoli e obbligazioni) per un importo di circa 2.000.000 di euro.
Per nulla intimoriti da questo iniziale provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, i tre riprendevano il loro disegno criminale già all’indomani della morte dell’anziana, presentando un testamento olografo che li vedeva nominati come eredi universali.
Sulla base di ulteriori accertamenti svolti e di nuovi elementi acquisiti nel corso dell’indagine, per gli investigatori è apparso del tutto inverosimile che l’anziana vittima potesse aver ceduto ai quei tre l’intero suo patrimonio, facendo invece ritenere che tale testamento fosse in realtà il frutto di ripetute pressioni e condizionamenti.
Proprio sulla base di questi comprovati elementi probatori forniti dai militari delle fiamme gialle, il magistrato titolare dell’inchiesta ha così chiesto ed ottenuto un secondo sequestro preventivo di ben 21 immobili e 10 ettari di terreno appartenuti alla defunta, per un valore stimato in 1,5 milioni di euro.
L’indagine si concludeva con la denuncia dei tre che dovranno presto rispondere dei reati di circonvenzione d’incapace, falsità in testamento olografo, falso in scrittura privata e falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale.
La vicenda dimostra come le attività di controllo economico del territorio, specie in piccoli centri, consentano spesso agli uomini della GDF di acquisire informazioni anche al riguardo di particolari reati contro la persona, così come di altri reati comuni.
Per prevenire o smascherare storie come questa, si ricorda a tutti i cittadini che la Guardia di Finanza può essere in qualsiasi momento raggiunta e attivata attraverso il numero di pubblica utilità del Corpo “117” attivo – 24 ore su 24 – in tutto il territorio nazionale.