GdF: Napoli, ritrovate in 2 container quattro autovetture rubate e pronte ad essere imbarcate per il togo

redazione

Avranno quasi certamente disperato di poter venire ancora in possesso delle proprie automobili sottrattegli da abili ladri del settore, nonostante i sofisticati dispositivi antifurto di cui erano dotate le loro auto, eppure il dispositivo di vigilanza doganale attraverso il quale operano i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli ed i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha impedito che 4 veicoli di lusso venissero esportati clandestinamente fuori dall’Italia.
Si è dunque risolta positivamente l’ennesima storia di furti d’auto che, trafugate nel territorio campano, stavano per essere imbarcate alla volta del continente africano, più precisamente in Togo dove sarebbero sbarcate nel porto della capitale Lomé.
Le automobili rubate, che facevano sicuramente gola a qualche benestante di quel paese africano e che avrebbe potuto acquistarle a prezzi certamente inferiori rispetto a quelli di mercato (valore complessivo stimato in 380.000 euro), erano state stivate in due diversi container e scortate da documenti che le dichiaravano come normali “masserizie”, ovvero un carico come migliaia d’altri che ogni anno partono dal porto partenopeo verso gli scali marittimi di tutto il mondo.
Le analisi di rischio che finanzieri e doganieri compiono incessantemente avvalendosi dell’incrocio di una gran mole di dati, consentono però a questi operatori di “mirare” i loro controlli con grande efficacia verso le rotte e verso i carichi considerati più sensibili, per questo non è affatto infrequente trovare all’interno di comunissimi container merci di contrabbando o merci rubate d’ogni tipo, oltre ai sempre presenti carichi di droga.
L’esperienza di servizio e la professionalità di questi operatori fa poi la differenza sul campo, ovvero sulle aree portuali ove i container transitano prima di essere imbarcati con destinazione estera (oppure dove sbarcano prima di essere introdotti nel territorio nazionale), e che richiede molta attenzione in fase di riscontro perché ogni carico può celare un qualcosa che è poi ben diverso rispetto a quel che è dichiarato sui documenti che li scortano.
In questo caso, come moltissime volte avviene tutti i giorni, i finanzieri hanno voluto aprire i sigilli degli spedizionieri e vedere con i propri occhi le masserizie pronte a partire verso il piccolo paese africano, ma quando hanno aperto le porte dei container in questione hanno capito immediatamente che quelle quattro lussuose auto non dovevano certo trovarsi lì.
Dopo il conseguente sequestro del carico oggetto di furto sono state avviate le procedure per la restituzione delle automobili ai loro legittimi proprietari, mentre le indagini si stanno ora allargando per comprendere chi avesse commissionato la spedizione e che attinenza avesse con gli autori dei furti.