GdF: nuove operazioni “anti-assenteisti” a Capri e Lodi. 6 responsabili finiscono agli arresti domiciliari

Giuseppe Magliocco

E’ ancora la tutela della Pubblica Amministrazione e la lotta all’assenteismo a tenere banco fra le cronache riguardanti le attività della Guardia di Finanza, con due nuove operazioni “anti-furbetti” che hanno riguardato 5 medici e 2 ostetriche dell’ospedale “G. Capilupi” di Capri (NA) nonché un docente lodigiano.
Nella prima operazione, condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, è stato accertato come il più classico dei sistemi utilizzati dagli assenteisti, ovvero lo scambio dei badge per attestare orari di entrata e di uscita regolari, fosse prassi ormai ampiamente consolidata tra le sette persone coinvolte (cinque delle quali sono state sottoposte agli arresti domiciliari mente altre due all’obbligo di dimora nel comune di residenza); una prassi che non si è fermata neppure di fronte alla scoperta di una telecamera nascosta piazzata dagli investigatori vicino ai congegni marcatempo ma che qualcuno aveva pensato bene di oscurare con un cerotto mentre qualcun altro, evidentemente per “precauzione”, continuava come nulla fosse a timbrare i badge degli altri colleghi avendo però cura di nascondere le proprie sembianze.
Al termine delle indagini la locale Procura della Repubblica ha così applicato previste le misure cautelari nei confronti degli indagati, e che presto si troveranno a rispondere di truffa aggravata e frode nella rilevazione delle presenze.
Non meno grave, anche per la sua sfrontatezza, il caso di un professore di Lodi che, stando a quanto emerso dalle indagini condotte nei suoi confronti dai finanzieri del locale Comando Provinciale, da settembre 2011 a febbraio 2017 ha totalizzato qualcosa come oltre 1.500 giornate di assenza dal lavoro per malattia o altri motivi familiari, salvo poi scoprirsi come lo stesso docente avesse esercitato la sua attività di avvocato in Calabria partecipando a più di 370 udienze ma sempre nei periodi in cui risultava essere assente da scuola per malattia o altri motivi.
Significativo anche il fatto di come il professore assenteista motivasse le sue frequentissime assenze con certificati attestanti lievi patologie, che avrebbero dovuto risolversi al massimo in poche settimane anziché protrarsi per almeno 5 anni, nondimeno affrontando lunghe trasferte in Calabria come sull’intero territorio nazionale per far fronte ai suoi impegni di legale.
Anche per lui sono stati dunque disposti gli arresti domiciliari in attesa del prossimo rinvio a giudizio.