GdF: operazione anticamorra a Roma

Leonardo Ricci

Quindici soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza, detenzione illegale di armi, sono stati arrestati dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma che, nella medesima operazione, hanno anche sequestrato beni per circa 30 milioni di euro. 

Si tratta di un’indagine che le fiamme gialle capitoline, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale  Antimafia di Napoli, hanno condotto nei confronti di appartenenti e fiancheggiatori del noto clan di camorra dei Casalesi, nei confronti dei quali è stato raccolto un ampio quanto grave quadro indiziario.

Secondo gli inquirenti i membri dello stesso sodalizio camorristico, partendo dalla provincia di Caserta, erano riusciti a garantirsi con i soliti metodi di intimidazione mafiosa la gestione monopolistica dei videogiochi da sala (c.d. “macchinette mangiasoldi”), dei quali gestivano senza alcuna forma concorrenza l’installazione, la distribuzione e il noleggio.

La loro lucrosa attività non era però rimasta dentro i confini campani, bensì era stata estesa anche nel Lazio e in alcuni quartieri della Capitale.

Capostipite del giro figura Mario Iovine, fedelissimo del clan e già condannato per analoghi reati, che trasferendosi 10 anni fa nella borgata romana di Acilia aveva cominciato a re-investire nel settore i proventi delle attività criminose perpetrate dai Casalesi.

I modus operandi particolarmente violenti utilizzati verso qualsiasi forma di concorrenza avevano reso pressoché intoccabile il loro monopolio, tutto ciò anche grazie a “imprenditori” della zona a loro volta in contatto con esponenti della malavita romana.

Lo sviluppo delle indagini ha però consentito ai finanzieri di ricostruire tutti gli investimenti che i responsabili del giro avevano compiuto nello specifico settore commerciale, permettendo così agli investigatori di individuare alcune attività imprenditoriali, operanti sulla piazza capitolina, attraverso le quali transitavano gli interessi finanziari del gruppo camorristico dei Casalesi.