GdF, operazione “Onde rotte” a Napoli

Paola Fusco

A conclusione di indagini dirette da questa Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito, nel capoluogo e in altre località della Campania, quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e un decreto di sequestro preventivo emessi dal Gip presso il Tribunale di Napoli, nonché tre decreti di sequestro preventivo disposti dal Pm, per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione di fatture per operazioni inesistenti e falso ideologico in atto pubblico. Destinatari delle misure cautelari personali sono un noto imprenditore campano operante nel settore televisivo regionale, Giuseppe Giordano, la moglie Domenica Sarnataro, legale rappresentante di Italia mia group spa, titolare dell’emittente “Italiamia”, il figlio Ciro, legale rappresentante della Mimmagiò snc e il nipote Ciro Giordano, legale rappresentante della Piazza Italia srl. Le misure cautelari patrimoniali, adottate in relazione alla nuova disciplina legislativa concernente la responsabilità degli enti e delle persone giuridiche derivante da reato, hanno interessato, oltre che Italia mia group spa, anche Teleregione srl, società televisiva detentrice del marchio televisivo Italiamia 2, amministrata da Michele Giordano, figlio del citato editore, nonché Videonola srl, gestita da Giuseppina Pandico e hanno consentito di sequestrare circa 1.500.000 euro per indebite contribuzioni percepite dalle predette società. Ai fini della responsabilità penale della società ItaliaMia Gruop spa (già Teleregione Campania spa) il Giudice competente ha inoltre disposto la comparizione delle parti per decidere sulla contestuale richiesta dell’ufficio di Procura di emettere provvedimento interdittivo del divieto di pubblicizzazione e divulgazione di beni e servizi a carico della società televisiva. La lunga e complessa attività d’indagine, condotta dal nucleo di Polizia Tributaria di Napoli nei confronti delle emittenti televisive locali beneficiarie di contributi pubblici per il sostegno dell’informazione, ha permesso l’identificazione, quali autori dei reati contestati, di 13 persone e di accertare l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa due milioni di euro. Contestualmente alle citate misure cautelari, è stata eseguita anche una perquisizione domiciliare nei confronti di un giornalista, già direttore editoriale di Italiamia e Italiamia 2, indagato per concorso in truffa ai danni dello Stato. Si è proceduto, infine, alla notifica di sette avvisi di garanzia, per abuso d’ufficio, nei confronti del presidente e di cinque attuali componenti del Co.Re.Com. Campania, oltre che del suo precedente presidente. Altri quattro avvisi di garanzia sono stati notificati ad altri indagati rappresentanti o gestori delle società indagate. Le indagini, sviluppatesi attraverso perquisizioni, sequestri di documentazione amministrativo-contabile, acquisizione di provvedimenti e atti amministrativi e l’escussione di persone informate sui fatti, hanno consentito di portare alla luce un’articolata struttura di cointeressenze societarie, sorretto da un sistematico ricorso a false fatturazioni, funzionali non solo a frodare il Fisco, ma anche a determinare un fittizio incremento del volume dei ricavi delle società televisive, criterio fondamentale per la quantificazione dei contributi statali erogati annualmente dal Ministero delle Comunicazioni. Le indagini svolte hanno rivelato, altresì, un sistematico ricorso, da parte delle società televisive, alla simulazione delle assunzioni di giovani praticanti giornalisti e alla dichiarazione di tipologie di rapporti di lavoro diverse da quelle reali, preordinato all’aggiramento di altro specifico criterio stabilito per la concessione dei contributi pubblici .