GdF: Palermo, sgominata organizzazione di trafficanti che trasportava immigrati dalla Tunisia all’italia in meno di 4 ore

Giuseppe Magliocco

Sono 13 i fermi di indiziato di delitto eseguiti stamani dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo nei confronti di altrettanti soggetti facenti parte di un sodalizio criminale che organizzava veri e propri servizi di trasporti-lampo di migranti clandestini tra la provincia tunisina di Nabeul e quella italiana di Trapani, avvalendosi di grossi gommoni carenati ed equipaggiati di potenti motori fuoribordo.
L’organizzazione, capeggiata da pericolosi pregiudicati tunisini ma nella quale – ciascuno con un proprio ruolo – erano entrati a far parte anche italiani e marocchini, poteva organizzare il trasporto via mare dalle coste tunisine sino a quelle siciliane in poco meno di 4 ore, imbarcando ogni volta dalle 10 alle 15 persone che per queste traversate dal Nord Africa ai confini meridionali dell’Unione europea versavano ai malviventi tra i 3.000 ed i 5.000 euro a testa.
Alla conduzione dei gommoni si alternavano scafisti già esperti nel traffico di esseri umani ed ogni viaggio poteva fruttare al gruppo criminale tra i 30.000 ed i 70.000 euro, guadagni che venivano peraltro “integrati” da un traffico di sigarette di contrabbando che i responsabili caricavano a bordo insieme ai migranti e con guadagni che arrivavano fino a 17.000 euro per quintale di “bionde” contrabbandato.
Oltre alla velocità con cui questi traffici venivano condotti, gli uomini della GDF palermitana hanno riscontrato anche quale fosse il livello organizzativo raggiunto dal gruppo, con ruoli che prevedevano il procacciamento dei “clienti” ed anche l’assistenza degli stessi che, una volta giunti in Italia, venivano rifocillati, forniti di vestiario e fatti permanere il tempo necessario presso basi logistiche nelle disponibilità dei trafficanti.
Da notare come, nelle varie fasi investigative, i finanzieri abbiano intercettato una conversazione tra due dei responsabili durante la quale uno degli interlocutori riferiva all’altro di voler compiere un viaggio molto pericoloso in Francia e dal quale non sarebbe probabilmente tornato, invitandolo a pregare per lui. Particolare questo che ha rivelato come nel gruppo fossero presenti orientamenti tipici dell’integralismo islamico di matrice jihadista, peraltro palesati con vere e proprie attività di propaganda anti-occidentale attuate su piattaforme social presso le quali gli stessi integralisti erano acceduti attivando falsi profili.
Per gli investigatori l’organizzazione oggi smantellata, con l’approssimarsi della buona stagione, sarebbe stata in grado di compiere almeno due traversate settimanali tra la Tunisia e l’Italia con il conseguimento di forti introiti ed il cui impiego, almeno in parte, desta più di qualche interrogativo.