GdF: Reggio Calabria, mamma (falsa invalida) e due figli dipendenti pubblici denunciati per truffa all’Inps

Giuseppe Magliocco

Entrambi dipendenti pubblici ed entrambi figli di una donna affetta da grave handicap; per questo l’una aveva usufruito dei permessi previsti dalla legge 104/92, mentre l’altro aveva ottenuto un trasferimento presso una sede più vicina al genitore disabile. Fin qui nessun particolare problema se non fosse, invece, che la signora disabile non lo fosse affatto così come hanno accertato al riguardo i finanzieri del Comando Provinciale che hanno prima smascherato e subito dopo denunciato la madre unitamente suoi due figli.
L’ennesima quanto odiosa storia dei soliti “furbetti” che fanno letteralmente carte false pur di usufruire di benefici che occorrono e sono invece previsti per chi ne ha vero bisogno, è venuta alla luce a Locri (RC) dove le fiamme gialle del locale Gruppo hanno “attenzionato” per un certo tempo la finta invalida, scoprendo che la stessa era perfettamente in grado di provvedere autonomamente a sé stessa ed ai normali spostamenti quotidiani come il percorrere tratti di strada, salire e scendere dalle scale o dall’autovettura nonché recarsi senza alcun accompagno al seggio elettorale in occasione delle ultime elezioni del marzo scorso.
Non contenta di quanto già riconosciutole dalla Commissione Invalidi Civili per la sua già inesistente invalidità, la signora aveva addirittura avanzato al Tribunale di Locri un ricorso ottenendo il riconoscimento di un grado di menomazione fisica ancor più grave.
Contestualmente ad una condizione così menomante (almeno da quanto risultava alle carte) la figlia della signora, in servizio come medico presso una ASP calabrese, poteva beneficiare di numerose assenze giustificate e retribuite che, come poi accertato dagli investigatori, lasciavano soventemente scoperto l’ambulatorio dove lavora a tutto danno dei pazienti che non potevano così ricevere le cure a cui avevano diritto nei tempi e nei modi previsti.
Stesso discorso per il figlio maschio che con il presunto “aggravamento” della genitrice era riuscito ad ottenere un comodo trasferimento pur non avendone diritto, probabilmente a discapito di altri colleghi interessati a spostarsi nella stessa sede.
Peccato per i tre che i loro “altarini” siano stati finalmente smascherati dalle videoriprese che i finanzieri hanno compiuto sugli spostamenti della madre, e che ora gli varranno un prossimo rinvio a giudizio per il reato di truffa aggravata ai danni dell’INPS.