GdF: rientrati in Italia i finanzieri in missione sull’Himalaya

Paola Fusco

Rientrati venerdì all’aeroporto di Fiumicino, con volo proveniente da Nuova Delhi, i nove finanzieri del S.A.G.F. (Soccorso Alpino della Guardia di Finanza) reduci dall’impegnativa missione sulle vette inviolate dell’area himalayana dell’India settentrionale. La lunga e difficile impresa compiuta dalle Fiamme Gialle, sotto la guida del Tenente Colonnello Bruno Moretti, è stata resa possibile grazie al patrocinio della Provincia Autonoma di Trento. Si è trattato di una spedizione alpinistica dall’alto significato esplorativo, poiché le cime e pareti di roccia e ghiaccio raggiunte dai finanzieri – a quote comprese fra i 5.000 e i 6.500 metri sul livello del mare – non erano mai state scalate prima. Non va sottovalutato, inoltre, il valore delle esperienze di vita vissute, in modo assolutamente unico, dal gruppo di finanzieri durante tutto il periodo della loro permanenza nella Miyar Valley, e che potrà ora essere trasfuso ai militari del Soccorso Alpino del Corpo, contribuendo così ad accrescerne le capacità e il livello professionale, in vista dell’importante compito istituzionale assolto, da decenni, sulle montagne del nostro Paese, attraverso le 25 stazioni operanti su tutto il territorio nazionale e in collaborazione con gli altri enti preposti a intervenire in caso di incidenti, ricerche dispersi o calamità naturali. Da segnalare, infine, come la spedizione portata a termine dagli uomini della Guardia di Finanza, oltre ad aver consentito di stabilire un indiscusso primato, permetterà ai futuri scalatori di ogni parte del mondo di salire su quelle remote montagne percorrendo le nuove vie alpinistiche tracciate e avvalendosi della dettagliata mappatura di aree geografiche che fino a un mese fa erano inesplorate. Particolarmente duri gli ultimi giorni di scalate, quando le abbondanti nevicate hanno distrutto le tende del campo alto sul Tawa Glacier, rendendone difficile il raggiungimento, con tempi di percorrenza superiori alle 12 ore, sotto il peso dei sacchi stracarichi di materiale e nel pieno di una tormenta che ha costretto alcuni militari a rientrare al campo base a notte fonda, dopo aver vagato per ore sul ghiacciaio.