GdF: Roma e Napoli, operazione “moda gomorra” smantellata organizzazione di contraffattori spalleggiata dalla camorra. Arrestate 12 persone

Enrico Fiorenza

Ci sono voluti due anni di indagini ed una serie infinita di sequestri, ma stamattina l’operazione “Moda Gomorra” ha issato la rete arrestando 12 persone (di cui 9 agli arresti domiciliari e 3 in carcere) responsabili di un vasto di giro di produzione, distribuzione e vendita di articoli di moda recanti il marchio di fabbrica contraffatto.
L’operazione, condotta dai finanzieri del Gruppo di Fiumicino e dai “baschi verdi” del Gruppo Pronto Impiego di Napoli, è stata direttamente coordinata dai magistrati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo campano, a dimostrazione del livello criminale che era dietro l’organizzazione di contraffattori nonché l’entità dei guadagni raggiunti attraverso questo “business” che, per la sua portata e nel solo periodo delle indagini, è stimato dagli investigatori in almeno 8.000.000 di euro.
Tali circostanze, sia per la realizzazione in grande stile del traffico di prodotti “fake”, sia per la fattura con cui gli stessi venivano realizzati (in grado di ingannare anche l’occhio più esperto) non poteva non attirare le attenzioni della camorra napoletana che, difatti, spalleggiava un’organizzazione riuscita persino a sbaragliare le altre concorrenze locali della c.d. “industria del falso”.
All’individuazione dei principali responsabili i finanzieri comandati dal Col. Ernesto Bruno sono arrivati dopo aver sottratto ai contraffattori, nel corso di più attività, qualcosa come 500.000 articoli riportanti i marchi contraffatti delle più note “griffe” della moda internazionale quali Dolce & Gabbana, Gucci, Fendi, Louis Vuitton, Armani, Burberry, Hogan e altri, ricostruendone l’intera filiera produttiva rintracciata attraverso la scoperta di ben 23 opifici clandestini, il sequestro di 313 macchinari di ultima generazione e di 36 cliché impiegati per la riproduzione ad altissima definizione dei marchi da falsificare.

Da evidenziare anche il grado di “professionalità” raggiunto dai 65 soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda, ognuno dei quali con un ruolo ben definito al pari delle normali industrie del settore. C’era così chi si occupava delle operazioni sartoriali, chi dei ricami, chi di tagliare i pezzi da assemblare, chi dell’applicazione dei rivetti fino ai trasportatori ed agli addetti alle vendite che, ad esempio, ponevano sul mercato maglioncini Burberry a 30 euro, oppure scarpe Hogan a 50 euro.
Prezzi dunque superiori a quelli normalmente praticati sul mercato clandestino, ma comunque giustificati dall’ottima fattura dei prodotti nonché da “costi” da sostenere per una produzione illecita di queste caratteristiche e proporzioni.
Al termine dell’operazione, scattata alle prime luci dell’alba e che ha visto l’impiego di oltre 50 finanzieri AT-PI (Anti Terrorismo e Pronto Impiego), l’Autorità Giudiziaria ha disposto nei confronti dei principali indagati il sequestro “per equivalente” di beni immobili (nello specifico 3 appartamenti e 2 garage ubicati a Napoli) per un valore complessivo di 2.000.000 di euro.
Nel sensibilizzare i cittadini, rimarcando che dietro il “business” dei marchi di fabbrica contraffatti si celano molto spesso i loschi interessi delle più pericolose organizzazioni criminali, la Guardia di Finanza ricorda altresì che l’acquisto di prodotti di questo genere comporta una sanzione amministrativa da 100 sino a 7.000 euro, e finanche una denuncia penale per ricettazione nel caso in cui gli stessi prodotti illeciti siano ceduti – a qualsiasi titolo – a terze persone.