GdF: Roma, prestiti usurai in un patronato di quartiere, arrestati 4 “cravattari”

Oriol De Luca

Si era rivolta al patronato del suo quartiere per ottenere un finanziamento occorrente per far fronte ad impellenti spese mediche, ma si era sentita rispondere che quel prestito non poteva essergli concesso, anche se – in cambio – gliene era stato subito proposto un altro, ma con tassi d’interesse tra il 20 ed il 25% mensili; in altre parole la classica “cravatta” che nel giro di un solo anno avrebbe visto lievitare quegli stessi interessi del 300%.
È questa l’incredibile vicenda emersa a seguito d’una denuncia che una donna residente nel popoloso quartiere capitolino di Centocelle ha presentato ai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, ai quali ha descritto quel che gli era capitato in un ufficio che doveva offrire assistenza amministrativa ai cittadini e non certo prestiti usurai.
Come noto, le attività di assistenza e consulenza dei patronati sono infatti essenzialmente mirate al conseguimento di prestazioni previdenziali, sanitarie nonché di carattere socio-assistenziale.
Proprio per tali motivi i patronati ricevono un finanziamento dallo Stato attraverso un fondo specifico accantonato presso gli Enti, e che è composto anche da una percentuale dei contributi versati dai lavoratori dipendenti.
Ricevuta la denuncia, i militari delle fiamme gialle hanno così avviato un’indagine che da subito si è accentrata sulle poco chiare attività condotte da quattro persone, ovvero del titolare del centro di assistenza, dei suoi due figli nonché da un loro collaboratore (risultato poi essere il “finanziatore” delle attività usurarie proposte all’interno di quel patronato).
Poste sotto intercettazione le utenze telefoniche degli indagati, è ben presto emerso il linguaggio cifrato con il quale parlavano delle loro attività; laddove parole come “torte” e “feste” in realtà significavano prestiti, mentre altre come “regali” e “candeline” stavano per rate e interessi.
Per gli investigatori della GDF tali colloqui erano certamente da ricomprendersi in una ben più ampia ed organizzata attività usuraia per questo, al momento delle perquisizioni, il sospetto iniziale si è trasformato in una prova concreta allorquando i finanzieri hanno rinvenuto il “libro-mastro” ove i cravattari iscrivevano con certosina precisione la contabilità delle somme erogate alle loro vittime, le relative restituzioni e soprattutto i tassi di interesse sempre aggiornati.
Sono infatti diverse le persone che, a causa delle loro precarie condizioni economiche che non gli consentivano di accedere ad un prestito legale, erano così finiti nelle mani dei quattro aggravando ancor di più le loro condizioni.
Al termine delle indagini i responsabili (al momento sottoposti agli arresti domiciliari) sono stati così denunciati per i reati di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
La Guardia di Finanza ricorda a tutti i cittadini vittime di usurai che è in ogni momento possibile contattare il numero di pubblica utilità del Corpo “117” attivo – 24 ore su 24 – in tutto il territorio nazionale.