GdF: Roma, smantellato un gruppo criminale di contraffattori specializzato nella produzione di etichette ed accessori “fake”

Oriol De Luca

Era un’organizzazione criminale operante su larga scala e con “fatturati” a molti zeri se solo si considera il volume dei sequestri che comunque già avevano subito, per questo la risposta della Guardia di Finanza di Roma è stata adeguata alle capacità criminali di un gruppo di contraffattori (14 persone in tutto), nei cui confronti le fiamme gialle hanno eseguito stamani – con un’operazione che ha visto impegnati 50 militari tra le province di Napoli, Pescara e Brescia – altrettante misure cautelari restrittive della libertà personale.
Secondo gli investigatori della GDF il gruppo oggi sgominato, organizzato secondo una vera e propria struttura imprenditoriale, si era specializzato nella produzione di etichette, bottoni, chiusure lampo, fibbie e pendagli perfettamente identici a quelli utilizzati dai più importanti marchi dell’abbigliamento sportivo e della moda, ovvero di quei particolari accessori che se ben riprodotti possono essere cuciti o montati su un capo di abbigliamento trasformandolo in un attimo da un capo anonimo da pochi euro in un capo alla moda per il quale si arriva a spendere molto di più.
Si tratta di una branca molto particolare nel variegato mondo della contraffazione dei marchi di fabbrica, particolarmente ricercata da chi vuol realizzare prodotti il più possibile simili agli originali, che richiede l’impiego di elevate competenze manifatturiere nonché di sofisticati macchinari, dunque d’investimenti notevoli ma che poi portano a ritorni economici di tutto rilievo.
Al sodalizio criminoso in questione, i finanzieri del Gruppo di Fiumicino avevano complessivamente sequestrato svariati carichi di articoli d’abbigliamento ed accessori contraffatti per 1.500.000 pezzi (il cui valore commerciale è stimato in oltre 3.000.000 di euro), già pronti per invadere il mercato parallelo ed illegale del settore con tutte le inevitabili ripercussioni che poi ne derivano sia per le aziende titolari dei marchi, sia per l’intero indotto produttivo e commerciale con le stesse lavora.
Tra gli articoli riprodotti – il cui prezzo di vendita comunque non scendeva sotto i 30 euro per capo – figuravano marchi come Adisas, Gucci, Nike, Michael Kors, Louis Vuitton; ovvero “griffe” particolarmente ricercate da giovani desiderosi di indossare i nomi delle maison dell’alta moda nonché dell’abbigliamento sportivo più in voga, spendendo però molto meno rispetto agli originali anche se di qualità nettamente inferiore, secondo una paradossale realtà che esalta solo un’effimera apparenza anche se discapito della sostanza e dell’originalità.
Proprio al riguardo, la Guardia di Finanza ricorda ai consumatori che l’acquisto di prodotti “fake” finisce per alimentare i guadagni della criminalità organizzata che, proprio nel campo del falso, realizza ingentissimi guadagni illeciti; senza poi considerare che l’acquisto di prodotti di questo genere prevede una sanzione amministrativa da 100 sino a 7.000 euro comportando altresì, in alcune circostanze, una denuncia penale per il reato di ricettazione nel caso in cui gli stessi prodotti siano poi ceduti – a qualsiasi titolo – a terze persone.