GdF: Varese, scoperta società di internet provider che occupava illecitamente una radiofrequenza non ancora concessa dallo stato. sequestrati beni per 3,5 milioni di euro

Oriol De Luca

Offrivano a tutti i loro abbonati una connessione internet davvero veloce, forse troppo; peccato che tale velocità derivasse però da una frode in piena regola che ha comportato l’arresto di un amministratore di società, la denuncia di altri 5 responsabili nonché un ingente sequestro preventivo di beni per un ammontare di 3,5 milioni di euro.
Questi sono gli elementi essenziali di una particolarissima operazione condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Varese i quali, indagando sulle radiofrequenze utilizzate per navigare sulla Rete, hanno messo nei guai una importante società di “Internet Service Provider” operante su scala nazionale.
Secondo le fiamme gialle varesine, che in tutte le fasi dell’indagine sono stati coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA), la stessa società – avvalendosi della tecnologia wireless – aveva occupato frequenze ancora non assegnate dal Ministero dello Sviluppo Economico che gli poi avevano consentito guadagni enormi anche se, stando proprio a tali risultanze investigative, ottenuti in maniera palesemente illegittima.
Grazie a modem di ultima generazione forniti ai propri abbonati, infatti, i responsabili della frode avevano utilizzato una banda di frequenza non ancora assegnata a nessun altro operatore, consentendo così ai propri clienti di ottenere una connessione molto più rapida.
Nel corso delle indagini svolte dalla GDF varesina è altresì emerso come la società in questione, impiegando allo scopo ed in maniera illegale un sistema informatico di controllo a distanza (tecnicamente definito “da remoto”) delle proprie antenne piazzate sull’intero territorio nazionale, fosse riuscita ad eludere con successo i controlli che periodicamente lo stesso Ministero svolge proprio sull’utilizzo delle bande di frequenza assegnate agli operatori del settore.
I chiari riscontri probatori forniti dai finanzieri agli inquirenti hanno così determinato altrettanto chiari capi d’accusa, che i magistrati di Largo Giardino ora contestano in capo all’arrestato ed agli altri 5 manager denunciati, i quali si trovano indagati per i reati di truffa ai danni dello Stato pluriaggravata, furto di radiofrequenze non autorizzate pluriaggravato, nonché turbata libertà dell’esercizio di un’industria o di un commercio.
Problemi seri anche per la stessa società di internet provider la quale, in base a precise disposizioni contenute nel D.Lgs. n. 23/2001, non avrebbe adottato modelli organizzativi idonei a prevenire reati di tale specie, conseguendo cosi un illecito vantaggio e che ora ricade direttamente sul principio della propria “responsabilità amministrativa”.
Giova sottolineare come questa nuova operazione della Guardia di Finanza, sia pur condotta in un settore commerciale diverso da quelli classici – oltre a tutelare le entrate dello Stato – abbia mirato direttamente a contrastare fenomeni di alterazione della libera e corretta concorrenza tra le imprese, dell’abusivismo nonché delle altre forme di illecito che minano alla base il sistema economico nazionale danneggiando gli imprenditori che lavorano nella piena osservanza delle leggi nonché i lavoratori che dagli stessi dipendono.