Giovani e sicurezza stradale, sulla buona strada

red

Si è conclusa oggi a Firenze la manifestazione “100 Città per la sicurezza”, promossa dal Forum italiano per la sicurezza urbana. Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio si è parlato di giovani e sicurezza stradale con  la Polizia municipale, le istituzioni locali e la giornalista Ilaria Guidantoni, autrice di “Vite sicure. Viaggio tra strade e parole”, saggio sulla comunicazione in materia di sicurezza stradale. Un impegno in prima linea sul territorio e un confronto diretto con i cittadini, quello portato avanti dal Comune di Firenze, partecipando all’iniziativa dedicata ai ragazzi, tra la proiezione di video di incidenti realmente accaduti e una carrellata internazionale di campagne choc sul tema in cui immagini e musica sono protagoniste di un linguaggio che colpisce allo stomaco educando più delle parole. Le due ruote fanno tragicamente la parte del leone nel mondo giovanile anche nelle proiezioni del 2010, con il 35 per cento degli incidenti.  "Il modo migliore per fare prevenzione – ha dichiarato Antonella Manzione, vice comandante vicario della Polizia Municipale di Firenze – è diffondere il più possibile informazione e cultura della sicurezza, a più livelli e mettendo in campo larghe sinergie". Una conferma che arriva dall’assessore comunale all’Educazione, Rosa Maria Di Giorgi, e che è stata condivisa dalla giornalista Ilaria Guidantoni: "Ho apprezzato la scelta dell’amministrazione fiorentina – ha dichiarato la giornalista in apertura dell’intervento – perché é nelle città che si concentrano gli incidenti, e finora proprio gli enti locali sono stati disattenti. Mi sembra un segnale di svolta che si conferma e che deve trovare le parole giuste per coinvolgere i giovani: quando la politica chiama, media e aziende rispondono, e quando le amministrazioni locali interessano e coinvolgono i ragazzi, questi rispondono, ma occorre trovare lo stile giusto per il target e soprattutto fare informazione scientifica, scevra da ‘lezioni di catechismo’. La cultura giovanile è ancora poco sensibilizzata su questo fronte” ha aggiunto “per esempio, tra i circa 200 ragazzi che hanno lavorato sul problema della sicurezza stradale, nessuno conosceva ‘Bob’, la figura del guidatore designato".