Grillo-Manganelli a confronto sul web

Paola Fusco

In una lettera pubblicata nel suo blog il 4 aprile, il comico genovese ha elencato al capo della Polizia di Stato, Antonio Manganelli, una serie di episodi in cui le forze dell’ordine sono state protagoniste di scontri con i cittadini: “Lei potrà obiettare che si tratta di episodi, di poche mele marce e, con tutta probabilità, ha ragione…Centinaia di poliziotti si sono fatti uccidere per affermare la giustizia in Italia” ha commentato. Grillo ha inoltre sottolineato la legittimità dell’espressione del dissenso nelle piazze e manifestato la preoccupazione che le forze di Polizia possano essere percepite dalla popolazione non più come loro difensori ma come protettori, attraverso l’impiego di uomini e mezzi di scorta, dei rappresentanti di una politica disonesta: “La Polizia di Stato non deve diventare il braccio armato di chi ha distrutto il Paese per evitare il confronto con i cittadini. Non se lo merita la Polizia e neppure gli italiani. Spero in una sua risposta che pubblicherò sul blog. I miei saluti”, ha concluso.                      La risposta del prefetto non si è fatta attendere ed è stata pubblicata lunedì sul blog del popolare comico:"Caro Beppe Grillo,rispondo volentieri alla Sua lettera, che mi consente di fare qualche riflessione su un tema tanto delicato e complesso. I problemi sociali irrisolti sono frequentemente destinati a diventare, nostro malgrado, anche “problemi di polizia”, generando prima comprensibili manifestazioni di malcontento, poi accesi conflitti che, il più delle volte, hanno a che vedere con l’ordine pubblico. Accade, allora, che il poliziotto si trovi a dover garantire contemporaneamente, da un lato, alcuni fondamentali diritti di libertà (quelli di riunione, di espressione, ecc.), dall’altro, legittime manifestazioni di dissenso. Trovare il giusto equilibrio non è sempre facile: l’unico faro che può e deve orientarlo nella sua difficile attività quotidiana è quello offertogli dalla legge che la società si è democraticamente data. Ci si può riunire, si è liberi di esprimere le proprie idee, si possono e si devono responsabilmente assumere decisioni quando a ciò si è legittimati. Da un versante opposto, si possono invocare le proprie ragioni contrarie, si può protestare. Ma come? Impedendo agli altri di esprimere la propria opinione? Lanciando sassi o incendiando cassonetti ? Tagliando le gomme delle auto? Rompendo le vetrine dei negozi? Siamo tutti convinti che alcune modalità di protesta non rientrano nelle regole della “civile convivenza” e dello stesso ordinamento giuridico e non possono perciò essere consentite, neanche quando si dovesse ritenere che le regole della “civile convivenza” siano state infrante ancor prima proprio da chi è preposto ad assumere iniziative per il bene di tutti. Un problema diverso, seppur strettamente collegato, è quello delle modalità con cui le forze di polizia pretendono il rispetto delle regole. Lei ha citato vicende che, proprio obbedendo alle regole del nostro ordinamento, sono attualmente oggetto di vaglio da parte della magistratura, cui tocca dare una risposta. Noi siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità. Proprio i gesti di eroismo quotidiano delle donne e degli uomini delle forze di polizia, che La ringrazio di aver ricordato nella Sua lettera, riflettono la voglia di fare con onestà un lavoro che vuole essere utile per la collettività, cercando di sbagliare il meno possibile, tra le mille difficoltà e le mille insidie che la “strada” regala ogni giorno. Io cerco di fare al meglio la mia parte, a cominciare dalla formazione professionale e dall’addestramento operativo di tutti i poliziotti, curando, quale assoluta priorità, il rispetto della persona e dei diritti garantiti dalla Costituzione.                              Grazie per l’opportunità che mi ha dato. Con sincera cordialità. Antonio Manganelli”.Grillo ha a sua volta prontamente ringraziato Manganelli dalle pagine del sito:  “Lo considero un gesto importante. Una risposta pubblica attraverso la Rete del capo della Polizia di Stato è un passo in avanti verso una democrazia diretta”.