Inasprire le pene per chi causa incidenti stradali. L’on. Mauro Fabris spiega il suo disegno di legge

Adria Pocek

Non uccidere. Non è solo un Comandamento, ma una scelta di vita civile. L’Italia se ne sta facendo portavoce alle Nazioni Unite per l’Europa intera. Eppure non sempre è così. Nella vita quotidiana tramite le sentenze, emesse in applicazione della normativa vigente, vediamo che qualche distinzione c’è – oh, se c’è – tra morti e morti, tra omicidi e omicidi. Recenti impressionanti episodi hanno scosso la sensibilità pubblica sollevando un’ondata di indignazione. Così, quando l’onorevole Mauro Fabris (capogruppo UDC alla Camera) ha annunciato la presentazione di un disegno di legge che inasprisce le pene per chi causa incidenti stradali guidando sotto l’effetto di alcool o stupefacenti, siamo andati a trovarlo per farci spiegare quali benefici nel breve e lungo periodo queste norme potrebbero apportare.

D – La sua proposta inasprisce le sanzioni. Questa iniziativa è nata sulla spinta emotiva degli ultimi cruenti fatti di cronaca o da un’analisi politica ragionata?

R – Da oltre un decennio mi occupo di sicurezza stradale e la proposta di legge è nata ben prima del ripetersi di quei fatti che riconducono all’uso e all’abuso di droghe e alcool. Era già chiaro che le norme attuali, previste unicamente dal Codice della Strada, non riescono a contrastare efficacemente il fenomeno che è in crescita soprattutto tra i più giovani – oltre il 30% di quanti vengono fermati risultano positivi ai test antidroga e antialcool – . La nostra proposta nasce così, ma nel frattempo sono accaduti degli eventi particolarmente dolorosi che hanno richiamato l’attenzione della pubblica opinione.

D – Ritiene che l’iter parlamentare sarà celere o teme che le lobby possano attivarsi e esercitare pressioni?

R – Le lobby sono già in azione. Tuttavia, la norma è già entrata nel “pacchetto sicurezza” che il governo sta elaborando. Rispondendo ad un “question time” alla Camera il ministro Mastella ha, infatti, anticipato che norme che riguardano l’omicidio colposo – che dovrebbe diventare doloso perché questa è la sostanza della nostra iniziativa – saranno contenute nel pacchetto di cui presto si discuterà in Consiglio dei Ministri.
Intanto, alla Camera è iniziato l’esame di una legge delega di riforma del Codice della Strada da affidare al Governo e li dunque porteremo la nostra proposta. Ma ciò che più conta è che rimanga alta l’attenzione e forte la richiesta di norme più severe da parte della pubblica opinione. Perché spesso le norme in Parlamento risentono del clima generale che c’è nel Paese. In questo caso dobbiamo contrapporre la “cultura del vino”, di chi dice “insomma, bere un bicchiere di vino o di birra non può essere criminalizzato” a un intervento normativo che, come è stato fatto in Francia, in maniera decisa riesca a stroncare il fenomeno dell’alcolismo e delle droghe che provoca stragi continue sulle nostre strade.

D – Perché ritiene che sia necessario introdurre nella normativa il “dolo eventuale”?

R – Perché l’unica norma che attualmente colpisce questo tipo di reato è la “colpa”, che è normata dal Codice della Strada, e che porta a quelle sentenze che ci hanno così scosso in questi mesi: un ubriaco ammazza quattro ragazzi e sostanzialmente prende sei anni di pena, poi va agli arresti domiciliari e riesce ad uscire subito, come è già capitato. Altri due in moto ammazzano un bambino, vengono arrestati e messi fuori il giorno dopo. E così tanti altri episodi che hanno fatto arrabbiare la pubblica opinione. Tutto questo lo si deve al fatto che le norme che disciplinano questo tipo di reati sono diverse da quelle che colpiscono altri reati odiosi, come stupro, rapina, scippo e così via.

D – C’è qualcosa che deve cambiare anche nella nostra cultura?

R – Bisogna rendersi conto che non esiste il “microreato” o il “macroreato”. Esistono reati che, ove c’è una “responsabilità soggettiva”, come in questo caso, di una persona che beve o si droga sapendo che poi deve mettersi in auto per tornare a casa o andare dove vuole lui. Beh quella persona deve sapere che se dopo avere bevuto si mette alla guida sarà punita in maniera molto più drastica di coloro che, andando in auto, possono violare le norme per distrazione o imperizia, provocando un incidente mortale o dannoso per le persone.
Su questo punto vorrei esser chiaro perché il ministro Bianchi secondo noi non ha capito fino in fondo la proposta. Non ci proponiamo di estendere questo tipo di reato a tutti coloro che provocano incidenti stradali. Stiamo parlando delle persone che, ubriache o sotto l’effetto di droga, ammazzano.

D – La sua proposta prevede che questi delitti siano sempre “punibili d’ufficio”. Questo passaggio quali certezze aggiunge?

R – Intanto aumentano i tempi per la prescrizione e poi fa si che ci debba essere l’immediato avvio di una procedura che comporti il processo più rapido possibile oltre che l’arresto nel caso si causi la morte di una persona. In questo senso deve essere avviato d’ufficio, proprio per dare certezze anche sui tempi in cui si arriva al giudizio.

D – Se il progetto di legge sarà licenziato dal Parlamento così come è, quali articoli del Codice di Procedura Penale potranno trovare una più corretta e immediata applicazione?

R – Gli articoli che saranno modificati sono il 589 e il 590 che riguardano l’omicidio colposo, dove si inseriscono le “lesioni dolose” e si fa una fattispecie a parte perché oggi il “dolo eventuale” non è normato. Infatti, ha fatto notizia nei giorni scorsi la decisione del giudice di Firenze che ha mantenuto in carcere quella persona che sotto l’effetto di droga e alcool ha ammazzato la signora a San Casciano. Ha fatto notizia proprio perché il giudice, con un’interpretazione autonoma della norma, ha detto sostanzialmente che essendo quello un recidivo che anche in passato, sotto l’effetto di alcool e droga, aveva combinato guai, andava fermato e tenuto in galera. Ma questa è stata un’interpretazione del giudice. Do atto ai giudici che negli ultimi tempi stanno mutando atteggiamento, forse anche avvertendo il cambiamento della pubblica opinione, però in generale non possiamo lasciare che rispetto a questo tema ci sia una discrezionalità dei giudici.
Perciò introducendo queste modifiche agli articoli 589 e 590 del Codice Penale si introduce una fattispecie nuova, il “dolo eventuale”, che fin qua non era previsto.

D – Gli incidenti stradali comportano un costo sociale. Per l’infortunistica è stimato intorno a 15 miliardi di euro l’anno e circa 5 sono addebitabili all’incidentalità stradale correlata. La sua proposta di legge può portare a una sensibile riduzione di questo costo?

R – Si. L’obiettivo è esattamente questo. In Francia norme severe in materia, compreso il sequestro immediato del mezzo (una norma che proporrò non appena ci sarà la possibilità di discutere la Legge Delega per la riforma del Codice della Strada), hanno ottenuto il risultato di dimezzare nel giro di 12 mesi il numero degli incidenti e soprattutto dei morti su strada. Non voglio neanche ricordare l’Inghilterra o gli Stati Uniti dove se si beve si finisce direttamente in gattabuia. La c’è una cultura ormai consolidata: c’è sempre un guidatore designato, che non beve e si mette alla guida dell’auto al posto di chi ha alzato il gomito. In Francia, dove c’era una situazione analoga alla nostra, si è intervenuti nel modo che io suggerisco e ci sono stati risultati più che positivi. Non vedo perché non dovrebbe accadere lo stesso qui dove, ripeto, l’alcoolismo si sta espandendo: si parla di un milione di alcolisti cronici e di 3 milioni di bevitori abituali (così dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità per quanto riguarda l’Italia, ma il fenomeno è in crescita soprattutto tra i giovani).
Bisogna intervenire finché si è in tempo per ridurre questa disgrazia che danneggia non solo chi si mette alla guida dell’auto in quelle condizioni, ma colpisce tanti innocenti, tantissime famiglie che pagano, con la vita e con la distruzione dell’esistenza, l’abuso di alcool e droghe che si consumano tra le giovani generazioni.