Intitolazione della casa circondariale di Ariano Irpino alla memoria di Pasquale Campanello

redazione

Alla presenza del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria
Santi Consolo, domani 18 aprile, alle 11,30, si terrà la cerimonia di
intitolazione della casa circondariale di Ariano Irpino alla memoria del
Sovrintendente capo Pasquale Campanello. Sono presenti Francesco De Martino,
dirigente del Provveditorato della Campania, il direttore dell’Istituto
Gianfranco Marcello, il Comandante di reparto Comm. Coord. Stefania
Cucciniello, la vedova Campanello, Signora Antonietta Oliva.

I FATTI
Pasquale Campanello
Avellino 14 novembre 1960 – Torrette di Mercogliano (NA) 8 febbraio1993

Sovrintendente Capo di Polizia Penitenziaria

Pasquale Campanello, 33 anni, Sovrintendete capo della Polizia
Penitenziaria, prestava servizio alla Casa circondariale di Napoli
Poggioreale, dove ricopriva l’incarico di responsabile del reparto “Venezia”
che ospitava detenuti appartenenti alla criminalità organizzata sottoposti
al regime speciale ex 41 bis O.P.. Pasquale Campanello si era arruolato il 2
ottobre 1982, la prima sede di servizio era stata Ariano Irpino. Dopo il
corso per sottoufficiale, frequentato presso la scuola di formazione di
Monastir, viene trasferito a Massa, dove rimane fino al 13 giugno 1985; a
settembre 1986 viene trasferito a Poggioreale dove, dal 1 dicembre 1990, è
responsabile dei reparti “Torino”, “Osservazione Avellino” e “Venezia”.

Sono le 14,00 dell’8 febbraio 1993, Pasquale ha terminato il turno di
servizio e sale sull’autobus di linea Napoli Avellino che lo riporta a casa,
nel comune di Torrette di Mercogliano, dove lo aspettano la giovane moglie
Antonietta e i due bambini Silvia di due anni e Armando di quattro mesi.

Alle 16,45 Pasquale scende dall’autobus, la fermata è proprio di fronte alla
sua abitazione, in via Nazionale, a quell’ora molto affollata, trovandosi a
400 metri dal casello autostradale. Attraversa la strada per raggiungere il
portone. Un’alfa 155 nera è parcheggiata all’interno del piazzale del
condominio, a bordo ci sono quattro uomini, tre di loro scendono, sono
armati di due pistole calibro 9 e di una calibro 38, lo sorprendono alle
spalle e gli esplodono una quindicina di colpi, uno, mortale, lo raggiunge
alla testa quando è già a terra agonizzante. Gli assassini risalgono a bordo
dell’Alfa, fanno retromarcia, riprendono la strada, nella fuga incrociano
un’auto dei carabinieri accorsi per gli spari, hanno pensato a una rapina,
ma i quattro sicari riescono a far perdere le tracce imboccando la statale
delle Puglie in direzione e Foggia.

Fu subito chiaro che il Sovrintendente Pasquale Campanello aveva pagato con
la vita per non essersi piegato alle minacce della camorra che chiedeva di
abbassare la guardia per la concessione di favori alla criminalità
organizzata. L’ordine partito dalla criminalità organizzata era quello di
uccidere a caso il primo agente che, nel giorno e all’ora stabiliti dai
mandanti, usciva dall’istituto, a fine turno.

Pasquale Campanello, definito da colleghi e superiori “serio,
irreprensibile, attento al rispetto delle regole”, non si era piegato alle
intimidazioni e alle minacce ricevute per il rigore con cui svolgeva il
servizio. Per la sua fedeltà allo Stato la camorra lo aveva condannato a
morte.

Il Sovrintendente Pasquale Campanella è stato riconosciuto dal Ministero
dell’Interno “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980.