Kaspersky analizza i Password Stealer che operano nel mondo del gaming online

redazione

I Password Stealer sono dei malware di tipo Trojan, progettati per rubare dati dagli account degli utenti, come i token che rimandano a particolari sessioni di gioco, le credenziali per il login, le informazioni salvate su un computer. Tra queste possono esserci file cookie, credenziali di accesso e password salvate direttamente su un browser e molto altro ancora. In alcuni casi, il furto dei dati legati al gaming online è solo una delle funzioni del malware: anche le password per l’online banking, infatti, possono rivelarsi degli obiettivi interessanti.

Durante questo periodo contraddistinto dal lavoro da remoto e dal distanziamento sociale, è comprensibile che molte persone si siano rivolte alla tecnologia per passare il tempo e divertirsi usando i propri dispositivi. Una situazione di questo genere può rivelarsi un’ottima fonte di ispirazione per i criminali informatici, per questo motivo gli esperti di Kaspersky hanno deciso di analizzare il panorama dei Password Stealer per comprendere il livello di vulnerabilità degli utenti. L’analisi delle minacce ha portato al rilevamento di quattro diverse famiglie di malware – Kpot, BetaBot, Okasidis e Thief Stealer – tutte riconducibili ad interessanti esemplari di Trojan.

Il Trojan Kpot, ad esempio, è in grado di rubare i file cookie, gli account da varie app di messaggistica e uno dei token che rimanda a particolari sessioni di gioco. Ottenendo i dati relativi ai token, i criminali informatici non possono accedere ai dati di login e password dell’utente, ma possono rivendere velocemente preziosi attributi di gioco. Altri esemplari di Trojan, come Okasidis e Thief Stealer, si concentrano, invece, sul furto di file specifici da cartelle di gioco sul computer infetto.

I Trojan Stealer possono anche recuperare i dati dal browser. BetaBot, ad esempio, opera nell’ambito di diverse piattaforme di gioco famose in questo modo: se un utente visita un URL che contiene parole chiave specifiche, il malware attiva una raccolta di dati proprio su quelle stesse pagine. In questo modo le credenziali di login e le password inserite nella pagina stessa possono cadere direttamente nelle mani dei cybercriminali.

Un aspetto particolarmente interessante e comune a tutti i Trojan osservati è il fatto che sono difficilmente rilevabili dagli utenti. In tutti i casi analizzati, infatti, i Trojan risultano invisibili, non richiedono permessi extra e non inviano falsi alert, ma si limitano a rubare tranquillamente i dati.

“Online ci sono tantissime minacce che orbitano intorno al mondo dei giochi online, dai file fake alle modalità compromesse rivendute sul web, fino alle pagine di phishing. Al di là di questo scenario, se un utente è informato su questo tipo di minacce, è in grado di prendere provvedimenti per proteggersi da possibili conseguenze. Il caso dei Password Stealer, però, è un po’ diverso, perché individuarli può essere molto difficile per un utente. Questo vuol dire che i gamer devono occuparsi in modo proattivo della loro sicurezza digitale, devono prendere sempre nuove precauzioni e dotarsi di una soluzione di cybersecurity affidabile per evitare che il loro computer venga infettato”, ha commentato Alexander Eremin, Security Analyst di Kaspersky.

Per proteggere gli account di gaming dai malware, compresi i Password Stealer, Kaspersky consiglia agli utenti di:

  • Impostare un’autenticazione a due fattori; in questo modo, credenziali per login e password non saranno sufficienti per accedere all’account, anche se dovesse verificarsi un furto;
  • Scaricare solo le modifiche di gioco provenienti da fonti attendibili;
  • Utilizzare una soluzione di sicurezza affidabile, come Kaspersky Security Cloud, che è in grado di identificare gli Stealer e di impedire il furto dei dati;
  • Non mettere in OFF la soluzione di sicurezza mentre si gioca. Alcune soluzioni, come Kaspersky Security Cloud, ad esempio, sono dotate di una speciale modalità “gaming”, che riduce il carico sul computer durante il gioco e non influisce sulla qualità della gaming experience.