La CE affida all’Italia piattaforma internazionale su biometria

red

L’estate scorsa il nostro paese fu accusato di derive razziste per via della polemica scoppiata dopo la proposta di introdurre il riconoscimento biometrico per i bambini non identificati (ed identificabili) tra cui i bimbi ROM. Ora, dopo quella controversia, sembra invece che l’Italia abbia di nuovo acquistato credibilità negli organismi europei ed internazionali. Infatti sarà il nostro paese ad organizzare nel 2009 e nel 2010 tre conferenze internazionali ] a Singapore, a Delhi, e ad Hong Kong – dedicate al difficile equilibrio tra esigenze della sicurezza e l’altrettanto ineludibile necessità di rispettare i diritti dell’uomo su scala mondiale. E’ stato scelto un centro italiano ] il CENTRO PER LO STUDIO DELLA SCIENZA, SOCIETÀ E CITTADINANZA di Roma ] per coordinare un’azione di supporto alle politiche europee esplicitamente dedicata alla biometria e alle tecnologie per la sicurezza. Il progetto – RISE Rising pan]European and International Awareness of Biometrics and Security Ethics – finanziato dalla Commissione Europea, avrà una durata di tre anni e insieme al progetto gemello HIDE (www.hideproject.eu ) vedrà coinvolti più di venti università e centri di ricerca europei, statunitensi ed asiatici. L’ Europa e l’Italia fanno della sicurezza un diritto fondamentale dei cittadini. In assenza di sicurezza anche tutti gli altri diritti sono minacciati. Le moderne tecnologie, come la biometria, sono sicuramente un importante strumento per aumentare la sicurezza di singoli e collettività. Tuttavia le moderne tecniche di sorveglianza elettronica devono sottostare a forme di controllo democratiche e, soprattutto, devono essere rispettose sin dal loro design dei diritti fondamentali dei cittadini. L’Europa si è impegnata a fare della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione il punto di riferimento e il principale strumento delle sue politiche interne ed internazionali. In questi principi si riconosce pienamente anche l’Italia. Dopo aver promosso nel 2005 e nel 2006 due conferenze internazionali, una a Bruxelles e una a Washington, la Commissione Europea ha ora chiesto al consorzio coordinato dal CENTRO PER LO STUDIO DELLA SCIENZA, SOCIETÀ E CITTADINANZA di coinvolgere anche istituzioni e centri asiatici in questo complesso dialogo internazionale su sicurezza e rispetto dei diritti dell’uomo. Continua quindi il dialogo tra Europa e Stati Uniti e si allarga al continente asiatico, che rappresenta ormai quasi il 60% della popolazione mondiale e del commercio globale. L’ambizioso obiettivo politico è quello di far sì che l’uso della biometria e delle tecnologie per l’identificazione e la sicurezza sia -anche su scala globale – pienamente rispettoso della dignità dell’uomo. Oggi siamo in grado non soltanto di riconoscere con certezza un individuo dall’analisi del suo iride o dal modo in cui

cammina, ma anche, sempre di più, di selezionare le persone in base ad emozioni ed intenzioni analizzate da sensori automatici. Queste tecnologie non possono essere "abbandonate a se stesse" ma richiedono un accordo internazionale ed il rispetto di norme e standard etici e politici condivisi.