la Polizia di stato di Palermo azzera i vertici di una pericolosa organizzazione mafiosa nigeriana, a carattere transnazionale

Roberto Imbastaro

La Polizia di Stato di Palermo con l´operazione "Black Axe", coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, ha disarticolato una pericolosa organizzazione mafiosa, transnazionale, con base in Nigeria, dedita alla commissione di gravi delitti contro la vita, l´incolumità individuale, la libertà personale ed il patrimonio. Le persone fermate sono complessivamente 17.L´organizzazione era riuscita ad acquisire in modo diretto o indiretto, avvalendosi del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, la gestione ed il controllo di redditizie attività economiche, (dalla tratta di esseri umani all´illecita riscossione di crediti, dallo sfruttamento e dal controllo della prostituzione al traffico di stupefacenti). L´odierna operazione ha consentito di azzerare i vertici dell´organizzazione criminale e di ricostruirne la fisionomia e la struttura verticistico-piramidale, basata su rigide regole fatte di "battesimi", riti di affiliazione dei membri e precisi ruoli all´interno del sodalizio.Le indagini hanno accertato come l´organizzazione al suo interno riproducesse compiti, funzioni e persino organigrammi tipici di uno stato, tanto che per indicare le figure verticistiche faceva riferimento al tipico formulario di cariche istituzionali (Ministro della Difesa e Consiglio dei Saggi).La Black Axe era l´organizzazione criminale sovranazionale e transnazionale, le sue ramificazioni si estendevano nei singoli stati, ove si trasformava in "Zone" e in singoli distretti cittadini, chiamati "Forum". Le indagini della Polizia di Stato hanno fotografato la vitalità di numerosi "Forum" / distretti italiani, tra i quali si sono distinti, quelli di Padova, Napoli, Castelvolturno e, soprattutto, Palermo.Decine i provvedimenti di fermo eseguiti dalla Squadra Mobile di Palermo, con la collaborazione degli omologhi Uffici di altre Questure d´Italia.Tra i vari fermati anche il capo della base italiana della consorteria criminale, denominato "Head della Zone", prima carica formale dell´associazione nazionale, vertice supremo del sodalizio, catturato a Padova, in costante contatto con il vertice nigeriano e con i membri più autorevoli delle altre articolazioni nazionali, europee e mondiali;Un ulteriore soggetto aveva assunto il ruolo di "Ministro della Difesa" dell´organizzazione, quarta carica principale a livello nazionale, cui era demandata la gestione delle punizioni dei disobbedienti ed il coordinamento di tutte le attività esecutive dell´organizzazione, quali, per esempio, la protezione dei membri, in costante contatto con il vertice della "zona" e con i membri di spicco dei vari "forum" italiani. L´organizzazione garantiva il rispetto delle "regole" interne e la sicurezza dei suoi principali membri attraverso il suo braccio armato, "Bucha" o picchiatore.Se la struttura dell´organizzazione, gerarchicamente, ricordava quella di un "parastato", per contenuti e modalità di affiliazione, richiamava le tipiche forme delle organizzazioni criminali "nostrate", con tanto di cerimonia di ingresso per gli associati.