Lazio, carceri fuori controllo: ispettore aggredito ed evasione sventata a Rieti

redazione

Ancora alta tensione in alcune carceri del LAZIO.
A darne notizia è Maurizio Somma, Segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “La situazione è sempre più tesa e pericolosa e lo dimostra quel che è successo nelle ultime ore. Ieri sera, nel carcere di Rieti, un detenuto si è scagliato per futili e incomprensibili motivi contro un Ispettore della Polizia Penitenziaria, causandogli delle contusioni che hanno reso necessario il ricorso alle cure dei sanitari. Poi ha sfasciato la sua cella in carcere e, condotto in Ospedale per un TSO, ha tentato di evadere ma è stato fermato in tempo dai poliziotti penitenziari di scorta”.
Il SAPPE riferisce anche di una situazione verificatasi nel carcere per minori di Casal del Marmo di Roma: “Nella tarda mattinata di ieri, giorno di Ferragosto, presso l’I.P.M. di “Casal del Marmo” di Roma, ben cinque detenuti, in larga parte di nazionalità straniera, nella sala ricreativa, si sono affrontati violentemente con calci e pugni. Rapidissimo e provvidenziale è stato l’intervento di ben tre unità di Polizia Penitenziaria, in soccorso all’Agente del reparto, per fronteggiare la furia selvaggia del gruppetto di detenuti facinorosi; Sembrava essere intervenuta la calma, quando il personale di Polizia Penitenziaria intervenuto, alla presenza del Preposto alla sorveglianza interna, nel mentre si prodigava a capire il perché di tanta ingiustificata violenza, uno dei reclusi, si scaglia con scatto fulmineo contro uno degli Agenti presenti, sferrandogli un calcio nello stomaco e un pugno al volto, tanto da farlo cadere rovinosamente a terra, anche nel tentativo di sottrarsi in qualche modo alla inaspettata reazione irruenta e brutale del detenuto. Tale violenta caduta a terra, ha comportato un gravissimo trauma alla spalla sinistra a detto Agente, tanto da dover ricorrere alle urgenti cure sanitarie del Pronto Soccorso del vicino Ospedale “San Filippo Neri”. I Sanitari di tale Nosocomio, hanno sottoposto l’Operatore PolPen a diversi accertamenti/esami diagnostici e praticato anche l’applicazione di un tutore al braccio, il tutto con una prognosi di 25 gg. di riposo e cure riabilitative”.
Amara la conclusione del SAPPE: “Purtroppo la Polizia Penitenziaria del Lazio è costantemente esposta a troppi rischi di questo tipo e per far fronte a criticità di questo tipo ci vorrebbe un’adeguata quantità di personale di Polizia per favorire e promuovere l’osservazione e la rieducazione, garantendo allo stesso tempo l’ordine la sicurezza e la tutela dei poliziotti. Pertanto auspichiamo la massima attenzione da parte dell’amministrazione penitenziaria e dagli organi di governo. Ormai non abbiamo più parole per descrivere le criticità delle carceri laziali e le conseguenti pericolose condizioni di lavoro di chi vi lavora, in primis appartenenti alla Polizia Penitenziaria”.
“Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Donato Capece, segretario generale SAPPE. “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E’ mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino? Evidentemente le priorità erano e sono altre: come, ad esempio, consentire l’uso della sigaretta elettronica nelle celle o prevedere le “doccette” nei cortili passeggi per dare refrigerio ai detenuti durante i mesi estivi (dimenticandosi per altro, sistematicamente, l’adozione concreta di provvedimenti per il benessere del Personale di Polizia Penitenziaria, specie di quello che vive nelle Caserme…)”.